Sono oltre quattromila i cervi sulle Orobie: fino agli anni ‘80 non ce n’erano
Settanta incidenti l’anno sulle nostre strade: l’ultimo il 19 marzo a Villa d’Almè

L’incidente di mercoledì 19 marzo a Villa d’Almè, in cui un 18enne in moto si è schiantato contro un cervo che stava attraversando la strada, ha risollevato la discussione sull’opportunità o meno di contenere la fauna selvatica in provincia. Perché è vero che il giovane ha riportato solo ferite lievi, ma sarebbe potuta andare molto peggio. Il cervo, invece, è morto nell’impatto.
Quattromila capi
Negli ultimi anni il numero di cervi ha fatto registrare un aumento esponenziale, annota oggi L’Eco di Bergamo. Assente fino agli anni Ottanta è progressivamente tornato, passando per la Valtellina, anche sulle Orobie. L’ultimo censimento della Provincia di Bergamo è di 3.547 capi nel 2024, ma una stima realistica va ben oltre i quattromila ungulati.
Sono 1.400 in alta Val Brembana
Solo nel territorio di competenza del Comprensorio venatorio alpino della Valle Brembana (a nord di San Giovanni Bianco) lo scorso anno sono stati censiti 1.075 capi (la stima è di 1.400). «Il cervo, fino agli anni Ottanta, non era presente nella nostra provincia - spiega il presidente del Comprensorio, Alessandro Balestra - poi sono ricomparsi e c’è stato un continuo incremento, con un boom vero e proprio negli ultimi due anni».
I boschi di latifoglie sono cresciuti
A favorirli è l’aumento progressivo dei boschi di latifoglie, che rappresentano il loro habitat naturale. L’abbattimento è consentito ma problematico: il cervo è poco stanziale ma si muove quasi solo di notte, quando però la caccia è vietata.
Più di settanta incidenti
Nel 2024 nella nostra provincia gli incidenti stradali con animali selvatici sono stati 99. Di questi 73 hanno visto coinvolti proprio i cervi, 22 quelli con caprioli, 3 con cinghiali e uno con la volpe.
Aspettiamo il morto, in Italia funziona così.