operazione "double shot"

Tentato omicidio a Monza, la vittima finisce in carcere insieme ai due aggressori

I fatti risalgono al 18 giugno: M. P., bergamasco classe 1986, aveva parlato di un tentativo di rapina finito male, ma le indagini hanno superato la versione fornita agli inquirenti. Il movente sarebbe collegato all'attività criminale dei tre arrestati

Tentato omicidio a Monza, la vittima finisce in carcere insieme ai due aggressori
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Il 18 giugno scorso era stato ferito con un colpo di pistola alla schiena mentre si trovava a Monza e alle forze dell’ordine, prima di essere ricoverato, aveva raccontato di essere rimasto vittima di un tentativo di rapina. Una versione dei fatti che però non ha convinto fino in fondo gli inquirenti e che, nel corso delle indagini, è stata smascherata.

C’è anche M. P., bergamasco classe 1986 e noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio, tra le persone arrestate all’alba di mercoledì 7 ottobre nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Michela Versini. A finire in carcere, oltre alla vittima, anche gli autori del tentato omicidio premeditato. Come riportano i colleghi di PrimaMonza gli agenti della Squadra Mobile di Monza e Bergamo, al termine dell’attività investigativa denominata “Double Shot” condotta tra le province di Monza e Brianza, Milano e Bergamo, hanno fermato A. L., un italiano di 69 anni residente nella Bergamasca, e S. L. C., italiano classe 1946 residente a Sesto San Giovanni. M. P., invece, è stato accusato di possesso di arma clandestina. Oltre agli arresti sono state eseguite anche dieci perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti soggetti gravitanti intorno agli indagati, nel corso delle quali sono stati sequestrati 14 fucili e 2 pistole detenuti legalmente.

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I fatti risalgono al 18 giugno scorso, quando M.P, intorno alle 22, si era presentato in un ristorante di viale Lombardia chiedendo aiuto e mostrando una profonda ferita al fianco. Dai primi accertamenti, i medici avevano constatato che il giovane era stato colpito alla schiena da un colpo di grosso calibro che, dopo aver attraversato l’addome, era fuoriuscito perforando il fianco. Nel corso dell’attività investigativa è stato scoperto che il 34enne aveva con sé un’arma clandestina ed era stato attirato dagli altri due arrestati sul retro di una casa abbandonata di viale Lombardia cadendo nella trappola tesagli da A.L, dal quale vantava un credito di 30 mila Euro, e da S.L.C. I due, con il chiaro intento di ucciderlo, avevano esploso contro di lui almeno due colpi, ma soltanto uno era andato a segno.

Il movente sarebbe collegato all’attività criminale condotta sia dalla vittima, sia dagli aggressori. Questi ultimi, in particolare, presentano una lunghissima sfilza di precedenti penali risalenti addirittura ai primi Anni ’70, mentre M. P. è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi nell’abito dell’inchiesta “Mai una gioia”, relativa al presunto giro di droga tra ultrà e movida.Le indagini, superando la reticenza della parte offesa, che raccontava di essere stato vittima di un tentativo di rapina, sono state condotte fondendo le risultanze di attività tecniche, attività investigative classiche e accertamenti di Polizia Scientifica.

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