l'omicidio nel lecchese

Sparò e uccise in pieno giorno un uomo a Olginate: condannato a 19 anni e 4 mesi

Stefano Valsecchi, 55 anni, di Calolziocorte, uccise Salvatore De Fazio, 46 anni, il 13 settembre dell’anno scorso. Sempre ieri condannato anche il figlio Michele Valsecchi per accoltellamento: ha patteggiato 4 anni

Sparò e uccise in pieno giorno un uomo a Olginate: condannato a 19 anni e 4 mesi
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Stefano Valsecchi, 55 anni, di Calolziocorte, è stato condannato a 19 anni e 4 mesi di carcere per aver sparato e ucciso Salvatore De Fazio, 46 anni, il 13 settembre dell’anno scorso, a Olginate. La sentenza in abbreviato, come riportano i colleghi di PrimaLecco, è stata letta nella giornata di ieri (martedì 29 giugno), dal giudice Salvatore Catalano.

Nello stesso giorno, anche il figlio venticinquenne di Valsecchi, Michele, ha patteggiato una condanna a 4 anni e 20 giorni dopo essere stato arrestato la vigilia di Natale per aver accoltellato all’addome un giovane di 35 anni di Civate all’esterno di un bar a Maggianico, a Lecco.

Tornando all’omicidio di De Fazio, in tribunale a Lecco, il pubblico ministero titolare dell'inchiesta Paolo del Grosso, aveva chiesto che Michele Valsecchi, accusato anche del tentato omicidio del fratello Alfredo de Fazio, 53 anni, venisse condannato a 20 anni. A suo carico le accuse di omicidio volontario, tentato omicidio e porto illegale di arma.

La ricostruzione dell’omicidio

Salvatore De Fazio, residente a Olginate, era stato ucciso in pieno giorno con due colpi di pistola. Anche il fratello era stato ferito al volto dai proiettili dal manovale calolziese che, dopo la sparatoria, era fuggito.

La latitanza di Valsecchi è durata otto giorni, durante i quali le forze dell’ordine hanno anche tentato un maxi blitz con tanto di elicottero in volo sopra le colline intorno a Calolzio per trovarlo, ma invano. È stato Valsecchi a costituirsi, presentandosi dai carabinieri accompagnato dall’avvocato Marcello Perillo.

Il manovale cinquantacinquenne aveva spiegato che il delitto era maturato non soltanto a causa dell’aggressione a suo figlio Michele da parte del figlio di De Fazio (era finito in ospedale con una mascella fratturata), ma anche per una lite precedente tra i due ragazzi, che risaliva a un paio di settimane prima.

In quell'occasione ad avere la peggio era stato il figlio di De Fazio e i due padri, vittima e assassino, si erano incontrati a Calolzio per chiarire. In occasione della seconda rissa i due si erano dati appuntamento a Olginate, un incontro che è poi degenerato nel sangue.

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