Una partita folle a Roma: 3-3, ma la Dea è grande

Una partita folle a Roma: 3-3, ma la Dea è grande
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Secondo tempo

Si capisce subito che l'aria è cambiata: la Roma è un'altra squadra, merito anche dei cambi di Di Francesco, che ha tolto Cristante e Pellegrini per N'Zonzi e Kluivert. Al 50' occasione per Pastore, che calcia alto; un minuto dopo ci prova Under, murato. Gasperini si copre con Hateboer per Pessina e de Roon per Valzania, ma i giallorossi fanno la partita adesso e al 60' accorciano: Florenzi parte da destra, riceve palla in un "buco" centrale tra centrocampo e difesa atalantina e, da fuori, calcia di potenza. Non perfetto Gollini, con la palla che gli passa sotto la pancia. Il terzino romano è una furia e al 63' ci riprova, ma viene murato, così come Dzeko sugli sviluppi dell'azione. Gasp inserisce esperienza con Toloi per Mancini, ma al 69' è ancora la Roma a sfiorare la rete con Dzeko che, da posizione buonissima, spara in cielo. Al 73' problemi per Florenzi, che viene sostituito da Schick: Di Francesco prova il tutto per tutto con ben cinque attaccanti in campo contemporaneamente. Proprio Schick ci prova subito, ma calcia altissimo. La Dea è stanca e soffre, ma al 78', in contropiede, Rigoni sfiora la tripletta personale. Bravo Fazio a chiudere. Alla fine, all'82', la Roma trova il (meritato) pareggio: sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti, difesa un po' ferma e Manolas colpisce di testa a pochi metri dalla porta trovando il 3-3. All'85', in pochi secondi, Gollini è bravissimo prima su Dzeko e poi soprattutto su Schick, parando coi piedi un tiro "scavetto". Le squadre ora sono lunghissime e la Dea torna a farsi vedere in avanti, prima con il solito Rigoni (87'), poi con Pasalic (88'), ma entrambi sono imprecisi. Al 91' è addirittura Toloi a provarci, con una bella incursione offensiva, ma il destro finisce alle stelle. L'ultima, incredibile occasione è per la Roma: al 93', in contropiede Schick lancia in profondità Kluivert, che proprio al momento del tiro viene però rimpallato in corner da Castagne, autore di una diagonale difensiva profonda e pazzesca. Finisce così, 3-3, una partita dalle mille emozioni.

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Primo tempo

La tempesta perfetta s'è abbattuta sullo stadio Olimpico di Roma. Ma solo dal 2': dopo appena sessanta secondi dal fischio d'inizio, infatti, sono i giallorossi a passare con un meraviglioso colpo di tacco volante di Pastore su assist di Under. Una doccia fredda che pareva il preludio a un crollo della Dea, piena di seconde linee. E invece i ragazzi di Gasperini, da quel momento, dominano. I nerazzurri iniziano a collezionare calci d'angolo, con Olsen che al 9' mette in corner un destro da dentro l'area di Djimsiti. Al 18' è invece Adnan a provarci, rientrando sul destro e calciando, ma il tiro viene deviato in angolo. Un minuto dopo, ecco il pari: ripartenza veloce dei nerazzurri, che fanno un pressing asfissiante e con Zapata che si invola verso la porta avversaria. Nell'uno contro uno è bravissimo a trovare l'angolo per lasciar partire un destro angolato e potentissimo che colpisce il palo interno, ma sulla ribattuta il più pronto è Castagne, che piazza l'1-1. La Dea controlla, pressa e domina e al 22' trova il vantaggio: ancora Zapata, stavolta sulla sinistra, fulmine in velocità Manolas, vola verso l'area avversaria e poi è bravissimo ad attendere e pescare in area l'inserimento di Rigoni, che non sbaglia. La Roma è alle corde e solo De Rossi tiene in piedi la baracca. Al 27', Olsen sbaglia il rinvio e Rigoni tenta la magia da fuori con un sinistro a giro che sfiora l'incrocio; al 29', invece, Pasalic entra in area servito benissimo in verticale, ma salva un tackle perfetto di De Rossi. Ancora Pasalic e De Rossi protagonisti al 33', con quest'ultimo che salva un'altra volta sul croato, ben servito da Rigoni. Un minuto dopo, sugli sviluppi del calcio d'angolo, Adnan viene murato e il sinistro di Palomino è deviato di nuovo in corner. Il 2-1 sta stretto ai bergamaschi, che alla fine, dopo un acuto da fuori di Dzeko (35'), al 38' trovano il terzo, meritatissimo gol: ancora Rigoni batte Olsen sul suo palo dopo aver recuperato palla e realizzato un bellissimo uno-due con Pasalic. È calcio spettacolo!

 

 

Le formazioni ufficiali

Lo dicevano un po' tutti da giorni, ma nella conferenza stampa di Zingonia Gasperini aveva negato. Invece, alla fine, contro la Roma, a Roma, sarà ampio turnover: il tecnico, infatti, dimostra di avere particolarmente a cuore la delicata sfida di Europa League in programma giovedì 30 a Copenaghen e decide di schierare molte "seconde linee", con una linea difensiva e un centrocampo totalmente inediti. In attacco, invece, si affida a Duvan Zapata, supportato da Pasalic e dal debuttante Rigoni, attorno a cui c'è molta curiosità. Dal canto suo, Di Francesco cambia poco e in mezzo al campo dà ancora una volta fiducia al grande ex di turno, Cristante, che partirà dal primo minuto insieme a Pellegrini e De Rossi. Ma ecco i ventidue titolari della sfida.

Roma (4-3-3): Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, De Rossi, Cristante; Under, Dzeko, Pastore. All.: Di Francesco.

Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Palomino, Djimsiti, Mancini; Castagne, Pessina, Valzania, Ali Adnan; Pasalic; Rigoni, Zapata. All.: Gasperini.

 

 

Le ultime
di Fabio Gennari

Non c’è altro da fare, bisogna fidarsi di lui. Gian Piero Gasperini è un fuoriclasse, probabilmente l’unico vero grande campione di un’Atalanta fatta di tanti ottimi giocatori che sotto la sua guida sono diventati una grande squadra. Questa sera a Roma (ore 20.30) il tecnico di Grugliasco dovrebbe mandare in campo un’Atalanta molto vicina a quella titolare e la scelta, a meno di tre giorni dall’importantissima sfida di Copenaghen, prende clamorosamente in contropiede tutti gli addetti ai lavori e gli appassionati che avevano puntato forte di un massiccio turnover scaccia pensieri.

 

 

Perché bisogna fidarsi di lui. Chi, come noi, commenta le partite e scrive ogni giorno di Atalanta, ha la fortuna di poter esprimere la propria opinione praticamente senza sosta. Continuiamo a pensare che la gara di questa sera conti infinitamente meno di quella in programma giovedì a Copenaghen, ma per giudicare le scelte di Gasperini non abbiamo tutti gli elementi a disposizione. L’unico che vede ogni giorno la squadra allenarsi è lui, chi ha in mano tutti i dati di ogni giocatore è lui, chi vive i giocatori e ne sente stati d’animo e motivazioni è sempre e soltanto lui. Gasperini non è un allenatore come gli altri, ci sono tantissimi episodi più o meno conosciuti che vanno nel senso opposto rispetto alla logica di preparazione di una gara che gli hanno sempre dato ragione e quindi non resta che fidarsi. Quando ha fatto bene (tantissime volte) o ha sbagliato (pochissime volte) il tecnico di Grugliasco ci ha sempre messo la faccia e siccome la certezza è che anche lui voglia, più di ogni altra cosa, andare ai gironi di Europa League, non possiamo che vedere con occhi positivi la scelta di far giocare tutti i big (o quasi) anche all’Olimpico.

I rischi e i benefici, fisici e mentali. Senza ombra di dubbio, il timore più grande che c’è in casa nerazzurra è legato agli infortuni. La stanchezza, il carico di fatica e la gestione del recupero anche grazie alla criocamera di Zingonia sono tutti elementi che lo staff di Gasperini può gestire al meglio vista la grande professionalità, ma il rischio c'è. A circa settanta ore dalla sfida di Copenaghen, ogni acciacco è pericoloso, ma d’altro canto è altrettanto vero che parliamo di professionisti molto ben preparati dal punto di vista atletico che sanno gestirsi nelle partite. Se vai a Roma e fai risultato (magari addirittura ottenendo i tre punti), il contraccolpo psicologico può diventare una spinta decisiva per la gara di giovedì. L’Atalanta deve andare in Danimarca e se non perde è qualificata; le valutazioni di tecnico e giocatori probabilmente giocano molto anche sul fattore mentale e questa sfrontatezza da un certo punto di vista è l’ennesimo segnale di crescita di un gruppo che ormai sta alzando, nei fatti, l’asticella dei suoi obiettivi e quindi anche di atteggiamento e approccio. Castagne, Rigoni e Palomino dovrebbero essere le novità rispetto alle ultime uscite, con l’unico dubbio legato alla presenza del Papu.

 

 

Le scelte di Di Francesco: out Strootman e Perotti. In casa Roma c’è grande attesa per questa partita, ma nella giornata di ieri è anche montata la polemica dei tifosi per la cessione dell’olandese Strootman al Marsiglia, tanto che è stato tenuto fuori dalla lista dei convocati al pari di Perotti. Queste due assenze, aggiunte alla cessione di Nainggolan all’Inter nel recente mercato, tolgono a Di Francesco tre pedine di movimento molto importanti che rendono oggi la Roma un po’ meno forte rispetto all’anno scorso anche in considerazione della partenza di Alisson in porta, sostituito da Olsen (casualità, ex Copenaghen). Con Cristante, Kluivert e Pastore, oltre al centravanti Dzeko, i giallorossi hanno comunque grande scelta in avanti e i pericoli sono tantissimi, ma tra l’Atalanta titolare e la Roma titolare ci sono grandi differenze nella costruzione e nell’identità della squadra: per questo motivo, la Dea ha possibilità importanti di fare risultato all’Olimpico. Se accadesse, sarebbe bellissimo. Se non accadesse, tutti con la testa a giovedì. A prescindere dal risultato, è splendido avere di questi problemi il 27 di agosto, nella speranza di andare alla sosta con una serie infinita di motivi per magnificare la Dea.

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