gli italiani sono così: un po' bighelloni

Siamo stufi di essere stanchi ma non è colpa del Natale

Siamo stufi di essere stanchi ma non è colpa del Natale
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Non nascondiamoci dietro un paravento o non accampiamo false scuse, facendo ricadere sul Natale, la corsa agli acquisti, lo stress dei preparativi per le festività, gli annessi e connessi, la nostra stanchezza cronica. La verità è che gli italiani sono nati stanchi e forse sono pure stufi di esserlo e di sentirsi definire come tali. Un po’ fannulloni, bighelloni, pizza e mandolino, insomma. Lo rivela una recente indagine commissionata da Abbott.

 

 

Siamo sempre più stanchi. È la somma, conclusiva, che può essere tratta dalla ricerca che ha coinvolto 2 mila italiani, 48 per cento di uomini e 52 di donne, di cui il 45 per cento di età inferiore ai 50 anni e il 31 per cento fra i 35 e i 50 appunto. Di questi il 70 per cento, quotidianamente impegnato a essere sul pezzo facendo lo slalom tra una occupazione privata e professionale o chissà che altro, giungerebbe a sera esausto. Dunque: addio a palestra, tempo libero, convivialità come dichiarato dal 48 per cento degli intervistati della fascia più giovane che fatica a condurre una vita sociale soddisfacente, contro il 46 per cento che non riesce invece a trovare il tempo per distendersi, dormire bene e adeguatamente la notte. Tant’è che il 44 per cento sembra avere spesso a che fare con stati ripetuti di spossatezza, per il 40 per centro aggravati anche dal peso psicologico di preoccupazioni economiche. Un disastro su tutta la linea, al quale però è possibile porre in parte rimedio. Recuperando energie e ridando misura alla vita, e quindi alla stanchezza, con soglie più umane come accedeva 5, 10 o 20 anni fa.

 

Perché siamo arrivati a questo punto. In buona sostanza, quali sono le cause che hanno messo k.o. gli italiani? Pare l’incapacità o la necessità di essere «atleti di ogni giorno» e di far fronte alla richiesta di essere con l’interruttore posizionato sull’on, sempre fisicamente e mentalmente attivi: una fatica per il 74 per cento degli intervistati che rivaleggia con il 74 per cento che non ce la fa più a terminare di lavorare tardi ogni sera, e il 76 per cento che si sente sopraffatto dalle incertezze economico-sociali per il futuro. A risentire della «(s)faticata» quotidiana, secondo i dati dell’indagine, sarebbero soprattutto l’80 per cento di giovani, tra i 35 e i 50, contro il 73 per cento del resto della popolazione.

 

 

Occorre farsi i muscoli. Sfruttando varie risorse: nutrendo innanzitutto fisico e mente con del buon cibo sano, a partire dalle proteine che non sono solo amiche di chi va in palestra o degli sportivi, ma di chiunque ogni giorno affronti in pieno la vita e la quotidianità, integrate in una dieta bilanciata di tipo mediterraneo, ricca di vitamine, sali minerali, fibre, micro e macronutrienti che corroborano da capo a piedi, non tralasciando alcun fabbisogno e bisogno dell’organismo. Se necessario supportando lo stile alimentare anche con integratori proteici e vitaminici, dietro corretta indicazione medica, che sostengono i muscoli con una sferzata generale di energia positiva. Questa epidemia di stanchezza cronica che coinvolge la popolazione di ogni latitudine e longitudine, può essere contrastata anche con un altro «ingrediente» vitale: l’attività fisica, che insieme all’alimentazione, rende più atleti e atletici nell’affrontare impegni, nel rispetto di una modalità più on che off. Esercizio ginnico invece trascurato anche dai giovani che anziché sfruttare e essere al massimo del loro potenziale finiscono col percepire il peso di tutte le occupazioni.

 

 

Si perdono di vista gli aspetti positivi del quotidiano. Il mancato esercizio fisico da parte del 44 per cento degli intervistati non è la sola «lacuna». Infatti verrebbero meno, e comunque trascurate, anche la cura di sé che incide su un atteggiamento meno positivo e propositivo verso il benessere. Allora ci si rassegna alla frenesia della vita moderna? Nì, perché il 54 per cento degli italiani coinvolti nell’indagine ritiene di doversi «volere più bene» sotto ogni profilo, mentre il 76 per cento punta a raggiungere maggiore tonicità, che significa sentirsi più energico e meno stanco nel breve termine. E sulla carta, dunque più in teoria che in pratica, saprebbero anche come fare: l’85 per cento pensa che la soluzione sia mantenere in forma l’apparato muscolare, soprattutto in vista dell’avanzare dell’età, sebbene di questi solo il 45 per cento sappia effettivamente come agire ma anche migliorare lo stile di vita generale, diminuendo lo stress e disintossicandosi pure dal «digitale». Opzione, quest’ultima, valida non per tutti, di certo per il 42 per cento degli intervistati tra i 35-50 anni. Speriamo non siano buoni propositi, solo natalizi.

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