Dal Giornale di Treviglio

Una storia di ostriche sospetta nel tempio stellato della Bassa

Una storia di ostriche sospetta nel tempio stellato della Bassa
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Blitz dell’Ats al ristorante. A fare notizia, però, è il fatto che i tecnici dell’ex Asl martedì 12 dicembre hanno fatto visita al San Martino di via Cesare Battisti, storico locale di lusso che vanta una Stella Michelin. Il motivo? A far scattare i controlli è stata una cena risalente a giovedì della settimana precedente. Nelle sale del ristorante gestito dalla famiglia Colleoni c’erano 87 persone, di cui 27 del Reparto di Oncologia dell’ospedale di Treviglio. Medici, infermieri e operatori sanitari erano lì per festeggiare la pensione del primario Sandro Barni. E per farlo nel migliore dei modi, avevano optato per un menù a base di crudité di pesce e ostriche,  una delle specialità del San Martino. La stessa degustazione scelta dalle altre 60 persone, che invece partecipavano a una cena aziendale.

Il problema è sorto perché dopo quattro giorni, due dei partecipanti alla serata si sono recati al Pronto soccorso dell’ospedale di Romano con i classici sintomi del virus gastrointestinale che in queste settimane sta circolando un po’ in tutta Italia: vomito, dissenteria, nausea. Senonché, entrambi (uno faceva parte della compagnia dell’Oncologia, l’altro di quella aziendale) hanno riferito di aver cenato lo stesso giorno nello stesso ristorante. Certo, emergono dei dubbi sulla tempistica: chi ha avuto la sventura di mangiare pesce avariato sa benissimo che la fase acuta arriva nel giro di poche ore. Così come fa pensare il fatto che oltre a queste due persone, sembra che solo una ventina di commensali abbiano avuto dei problemi dopo la cena. Secondo fonti ospedaliere, però, il giorno seguente il reparto di Oncologia pare che fosse a corto di personale.

Fatto sta che sono scattate le indagini da parte dell’Ats, che è stata informata dal Pronto soccorso di Romano a mezzanotte di lunedì. Ovvero, a quattro giorni dalla cena. Oltre ai controlli al locale, i tecnici contatteranno ora tutte le 87 persone presenti quella sera al ristorante.

 

 

«Anche noi abbiamo più di un dubbio sulla tempistica - ha commentato Paolo Colleoni (nella foto), uno dei titolari - quindi ben vengano i controlli che, tra l’altro, abbiamo richiesto anche noi, in modo da fare chiarezza. Da decenni trattiamo questi alimenti, li conosciamo bene e una cosa del genere non era mai capitata. Attendiamo l’esito delle analisi, poi faremo tutte le valutazioni».

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