Disagi dei ragazzi

Studenti assiepati sugli autobus, la proposta della Cgil: «Si apra alle imprese private»

Lo scaglionamento degli ingressi non è comunque sufficiente a garantire a tutti gli studenti bergamaschi l'accesso al trasporto pubblico locale e a evitare assembramenti. Questa misura sosterrebbe un settore in crisi, ulteriormente penalizzato dallo stop alle gite

Studenti assiepati sugli autobus, la proposta della Cgil: «Si apra alle imprese private»
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Malgrado gli sforzi fatti alla vigilia del nuovo anno scolastico per evitare assembramenti a bordo degli autobus, si moltiplicano le segnalazioni di mezzi ancora troppo affollati negli orari di punta all’ingresso e all’uscita dalle scuole. Una situazione di disagio che certo non nasce ai tempi del Covid, ma che la pandemia in corso acuisce sensibilmente. Se da un lato, infatti, il Governo cerca di correre ai ripari con nuove strette per limitare i contagi, dall’altro non si può far finta che l’affollamento dei mezzi pubblici aumenta esponenzialmente le probabilità di entrare in contatto con l’infezione

«Due fasce d’orario d’ingresso e 690 mezzi della flotta del trasporto pubblico locale, con una capienza massima dell’80 per cento: eppure, per i 55 mila studenti della provincia, le misure prese sono insufficienti - rileva Marco Sala, segretario generale della Filt-Cgil di Bergamo -. Il problema ha radici che affondano in anni di depauperamento del settore, di tagli di fondi e di chilometri garantiti ai cittadini. I nodi ora vengono al pettine».

Per questa ragione il sindacato propone una soluzione, almeno temporanea. «In provincia abbiamo circa 500 pullman del comparto dell’autonoleggio fermi – aggiunge Sala -. È bloccato il turismo, sono ferme le gite scolastiche e è in ginocchio. Se tentassimo di integrare i due sistemi, come è accaduto ad esempio con gli hotel reimpiegati come strutture Covid, forse potremmo moltiplicare le corse e contemporaneamente dare sostegno a un settore che vive grandi perdite. Regione Lombardia, che come tutte le regioni è competente in materia di trasporto pubblico, ci pensi e agisca: è un’opportunità certo, in attesa che poi vengano, finalmente, stanziati i finanziamenti necessari per rimettere in piedi il sistema del trasporto pubblico». Da tempo il sindacato denuncia che alla carenza di finanziamenti si somma anche il problema di una riforma rimasta incompiuta, quella della legge regionale del 2012 che avrebbe dovuto rivedere il sistema di assegnazione del servizio. «La riforma si è interrotta, e ai vecchi problemi se ne sono aggiunti di nuovi, derivati dalla pandemia. Un solo esempio: il calo degli abbonamenti del 30 per cento in città sta producendo un’ulteriore sofferenza per la tenuta economica delle aziende».

«In virtù del blocco delle gite nel nuovo Dpcm le ditte sono in grave difficoltà economica e potrebbero avere un vantaggio ad operare in collaborazione con il trasporto pubblico locale - commenta Elena Bernardini, segretaria generale della Flc-Cgil di Bergamo -. Mai come in questo momento si comprende come la scuola sia parte di un sistema più ampio. Già nei tavoli regionali per la ripartenza si era evidenziato che una delle maggiori criticità era rappresentata dalle modalità con cui i ragazzi sarebbero andati a scuola, in particolare nella scuola secondaria dove i diversi poli raccolgono studenti da numerosi centri sul territorio. Se all’interno delle scuole la situazione risulta controllata e gestita, l’arrivo e la partenza dagli istituti sono momenti critici di assembramento».

«Le scuole hanno anche accettato di differenziare gli ingressi ma lo hanno fatto introducendo solo due turni, alle 8 e alle 10, in rari casi tre - prosegue Bernardini -. Così si verificano ugualmente assembramenti. Se i turni di entrata sono solo due pare dovuto al fatto che sono gli stessi autobus ad operare nella stessa mattinata e che quindi occorre che i mezzi completino il loro percorso per poi tornare a servire le diverse scuole. Dunque, servirebbero più mezzi.  Ricorrere a convenzioni con ditte private del trasporto è una buona idea: permetterebbe uno scaglionamento ulteriore e più razionale degli ingressi».

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