Studio sulle vittime del Covid, Roma lo valutò ma il piano operativo arrivò in ritardo
L’epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler presentò all’Istituto superiore di sanità uno studio che ipotizzava 70 mila morti in Italia entro il 2020. Ieri, giovedì 4 febbraio, si è toccato quota 90.241 vittime
Due settimane prima che a Codogno venisse scoperta la persona che è passata alle cronache come il “paziente 1”, l’epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento presentò all’Istituto superiore di sanità uno studio che ipotizzava, sulla base delle notizie provenienti dalla Cina, ben 70 mila morti in Italia entro il 2020. Ieri, giovedì 4 febbraio, si è toccato quota 90.241 vittime e da ormai diverse settimane il Paese viaggia purtroppo oltre 400 decessi ogni giorno.
Come riporta Corriere Bergamo la proiezione fatta da Merler è stata al centro delle audizioni avvenute a Roma la scorsa settimana tra i magistrati bergamaschi e il Ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e altri vertici della sanità italiana e della task force del Ministero.
Nel corso dei colloqui Speranza e Brusaferro avrebbero detto ai pubblici ministeri che lo scenario ipotizzato dall’epidemiologo in caso di mancato contenimento del virus, per quanto all’apparenza tragico, sarebbe stato preso in considerazione.
Il piano operativo per il contenimento del virus sarebbe però arrivato solo nei primi giorni di marzo, quando ormai l’epidemia era fuori controllo. Lo stesso Ministro, davanti ai pm, avrebbe ammesso questo ritardo.