l'audizione a Roma

Inchiesta Covid, cosa ha detto il ministro Speranza ai magistrati bergamaschi

Il ministro è stato sentito per circa cinque ore come persona informata sui fatti dai pm che indagano per epidemia colposa e falso. Sentiti anche i vertici della Sanità italiana

Inchiesta Covid, cosa ha detto il ministro Speranza ai magistrati bergamaschi
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«Ha dato spiegazioni rispondendo a tutte le domande che gli abbiamo rivolto. Certo che il ministro Speranza sapeva del piano pandemico». È la sintetica ma chiara risposta che il pubblico ministero Maria Cristina Rota ha dato ai cronisti al termine dell’audizione avuta ieri, giovedì 28 gennaio, a Roma con il ministro della Salute Roberto Speranza.

Un colloquio durato circa 5 ore, nel corso del quale il ministro è stato sentito come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Bergamo che indaga per epidemia colposa e falso nel tentativo di fare chiarezza sulla gestione dell’emergenza sanitaria. In particolare, i magistrati si sono recati nella Capitale per sciogliere i dubbi in merito all’eventuale sottovalutazione dell’impatto che il Covid avrebbe avuto in Italia, soprattutto nelle prime fasi del contagio, e alle conseguenze della mancata applicazione di un piano pandemico che non era stato neanche aggiornato.

Oltre al Ministro Speranza (già sentito a giugno in merito alla mancata zona rossa in Val Seriana) sono stati sentiti come persone informate sui fatti anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, l’ex direttore della prevenzione ed estensore del piano del 2006 Donato Greco, l’attuale direttore della Prevenzione Gianni Rezza e il direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani Giuseppe Ippolito.

Secondo indiscrezioni, i tecnici della task force del Ministero avrebbero spiegato al pool di pm che si sarebbe scelto di non utilizzare il piano perché riguardava l’influenza. Nonostante l’Oms avesse indicato di metterlo in atto, si sarebbe ritenuto più opportuno muoversi inizialmente in altro modo per fronteggiare il nuovo virus. Speranza si sarebbe quindi fidato del parere degli esperti, di fronte a un morbo di cui fino a un anno fa si conosceva poco o nulla.

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