Rimodulazione delle corse dei bus, la Cgil: «Polemica sterile. Settore in difficoltà»
Preoccupa la tenuta occupazionale dell'azienda: «Da settimana prossima al via la cassa integrazione»
«La polemica è inutile e non ha alcun senso stupirsi della rimodulazione delle corse, soprattutto se a intervenire sono gli esponenti di un mondo politico che in questi anni, al di là delle appartenenze di partito, non ha fatto nulla contro il depauperamento progressivo e massiccio del settore del trasporto pubblico locale. Quindici anni di scempio non si risolvono con un finanziamento spot, e certo non nel mezzo di una pandemia». Così Marco Sala, segretario generale della Filt-Cgil di Bergamo interviene in merito all’annuncio di Atb riguardo la rimodulazione delle corse degli autobus durante la settimana secondo l’orario del sabato scolastico. Una decisione che ha creato numerose polemiche e che deriva dall’introduzione della didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori.
Il problema è che la didattica a distanza è stata introdotta proprio per evitare sovraffollamenti e contagi a bordo dei mezzi pubblici e quindi non si capisce perché si sia scelto di ridurre le corse, pur con variazioni lievi. Un’ulteriore riprova del fatto che nonostante i proclami estivi sul potenziamento del trasporto pubblico, lo stato dell’arte è ben diverso.
«Siamo fortemente preoccupati per la tenuta di queste aziende e per l’occupazione – aggiunge Sala -. In ATB dalla prossima settimana verrà avviato un periodo di cassa integrazione: prima della diffusione del Covid questo non è mai stato un comparto che ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, ma di certo, da tempo, è un settore con gravi carenze economiche. Forse la pandemia offrirà finalmente l’opportunità per capire cosa vogliamo fare del trasporto pubblico locale del futuro. È stupefacente questo rimbalzo di responsabilità tra forze politiche: si sostiene che il trasporto pubblico sia un asset strategico per il Paese, ma in pratica si è solo proseguito per anni con il suo depauperamento. Le risorse stanziate per l’emergenza servano a iniziare ad aiutare queste aziende a uscire dalle difficoltà, non ad aumentare un servizio ora sovradimensionato alla luce della chiusura delle scuole superiori».