Ecco il progetto (e le polemiche)

La super-funivia tra Italia e Svizzera Piste da sogno e un cappuccino

La super-funivia tra Italia e Svizzera Piste da sogno e un cappuccino
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Che il cibo italiano sia il migliore al mondo è cosa nota a tutti; e che moltitudini di turisti spendano le loro vacanze nel Belpaese anche solo per gustare in loco i nostri prodotti migliori, pure. Ma che addirittura si decida di creare un nuovo, enorme impianto sciistico appositamente per soddisfare queste esigenze sembrerebbe piuttosto inverosimile. E invece è proprio quello che sta accadendo: la piccola località svizzera Zermatt ha infatti lanciato questa proposta ad Italia ed Europa per garantire ai propri turisti una comoda possibilità di fare tappa nel nostro Paese a scopo puramente gastronomico. E quella che sembrava un’idea incredibile è ormai un progetto vero e proprio.

Da dove arriva l’idea. Zermatt è un paesino di nemmeno 6 mila abitanti in cui addirittura non è permesso andare in giro in auto; tuttavia, è comunque celebre in tutto il mondo: è una delle capitali per eccellenza dello sci alpino, nonché una delle porte di ingresso alla maestosità e meraviglia del Cervino, la montagna simbolo della Svizzera. Per questo ogni anno attrae migliaia di turisti i quali, vista la vicinanza con l’Italia, gradirebbero un’agile via per poter raggiungere la Valle d’Aosta e le prelibatezze nostrane. Da qui, l’idea di ampliare ulteriormente il già infinito comprensorio sciistico del Monte Rosa affinché fornisca un collegamento anche con Zermatt.

 

progetto

 

Un progetto più che realizzabile. L’amministrazione valdostana non sembra voler perdere quest’occasione unica, per due motivi: in primo luogo, grazie a questo nuovo collegamento si formerebbe un incredibile comprensorio sciistico di ben 530 km di piste, terzo al mondo alle spalle di Banff in Canada e Vail in Colorado; tradotto, significherebbe un notevole incremento di turismo che moltiplicherebbe gli oltre 900 milioni di euro annuali derivanti dalle attività sciistiche della zona. In secondo luogo, i circa 65 milioni di euro necessari per la realizzazione di quest’opera arriverebbero tutti dall’Europa grazie all’iniziativa Interreg III, un programma del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) creato appositamente per promuovere la cooperazione territoriale fra i Paesi del continente. Si tratterebbe di una funivia di otto chilometri, suddivisa in due grossi tronconi con tanto di stazione centrale, sostenuta da 4 o 5 piloni, che taglierebbe la valle di Courtod, che divide l’Italia dalla Svizzera.

Chi è contro. L’entusiasmo per questa iniziativa non ha però coinvolto proprio tutti: ad oggi, un secco “no” è arrivato da Legambiente, che teme notevoli danni territoriali al versante meridionale del Monte Rosa. Contrario si è detto anche Stefano Unterthiner, celebre fotografo valdostano di National Geographic nonché noto ambientalista. Enrico Ceriani, il progettista ufficiale, ha tentato di dissolvere questi dubbi, specificando come quest’opera non dovrebbe incidere né da un punto di vista paesaggistico (vista la ridotta quantità di piloni che verrebbero utilizzati), né da un punto di vista territoriale, in quanto le piste di collegamento che verrebbero create nella valle di Courtod si estenderebbero in larghezza al massimo per 20 metri. L’ultima parola l’avranno comunque i cittadini delle località coinvolte, in quanto il regolamento di Interreg III prevede l’utilizzo dello strumento del referendum per avallare oppure bocciare definitivamente l’intero progetto.

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