Supermercati aperti 24 ore su 24 Vendite in crescita di oltre il 10%

Ci ha fatto sentire tutti un po’ più metropolitani, l’esperimento di Carrefour. La città che non dorme mai è diventata (anche) Bergamo: prima l’apertura 24 ore su 24 del negozio di Valtesse, in via Baioni, un anno. Un esperimento che ha dato buoni risultati. E che ha fatto da apripista ad altri simili: la catena francese,400 dipendenti e 10 punti vendita in provincia, ha proseguito nell’opera di «modernizzazione» delle abitudini di mercato allungando l’apertura di altri 4 centri, tra città, valle e pianura.
Quali sono i risultati, si è chiesta la Fisascat Cisl di Bergamo? Stando a numeri su scale regionale e interni all’azienda, «l’apertura continua – spiega Diego Lorenzi, segretario Fisasacat - ha fatto aumentare le vendite dei supermercati coinvolti nel test tra il 9% e il 16%. E più in generale la strategia di Carrefour, che non è basata sul solo h24 ma anche su nuove offerte commerciali e servizi ai clienti, ha sostenuto nei primi nove mesi dell’anno una crescita del fatturato del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2015». L’apertura 24 ore su 24 è una mossa che ha rimesso in discussione, in sostanza, un mercato, come quello italiano, dove le politiche sugli orari dei super erano ferme da anni. Ma solleva anche quesiti e problemi, oltre che sindacali, anche sociali. «Il colosso francese – va avanti Lorenzi - ribatte a ogni critica rispondendo che loro hanno assunto più di mille persone in tutta Italia con questo progetto, e che il loro fatturato è in crescita. Naturalmente, non possiamo che essere felici di una politica aziendale che fa nuova occupazione. Mai come in questi anni apprezziamo chi invece di riduzioni parla di aumenti di lavoro. Ma cosa succederà quando le catene concorrenti decideranno di fare altrettanto?». Molte altre sigle, infatti, hanno già allungato il collo per studiare il fenomeno, «ed è naturale – aggiunge Lorenzi - pensare che quando anche gli altri avranno occupato i loro segmenti, questa grande euforia occupazionale crollerà miseramente, alla pari con il fatturato, e dovremo correre ai ripari per attivare strumenti di ammortizzazione sociale. È già successo con le aperture domenicali… dopo il boom degli inizi».
Dipendenti al sicuro? Proprio la gestione del personale è uno dei punti cruciali delle discussioni con Carrefour. A Bergamo, da tempo Fisascat preme per avere i dati di vendita e di impiego del personale. Per ora sono arrivati i primi, in formato percentuale: incrementi dal 9% al 16%, appunto. «Non c’è il flusso di clienti della giornata, ma una quantità sufficiente perché questo modello regga – è la versione ufficiale di Carrefour Italia -. Gli scontrini tengono in pareggio le strutture». Ma Lorenzi si interroga sul tema della sicurezza sul posto di lavoro e sulle misure adottate dall’azienda. «Sappiamo di negozi dotati di citofono, in cui i dipendenti aprono le porte solo su richiesta del cliente. Poi vogliamo capire come è organizzata la turnazione, tra full time e part-time. E infine vogliamo sapere quando si tirano le fila della sperimentazione. Io penso che ci vorrà ancora un anno per valutare i risultati. Inoltre chiediamo una stabilizzazione dei lavoratori, che sia occupazionale e dal punto di vista della sicurezza. Creare occasioni di assunzione e prevedere dei percorsi, per far sì che chi lavora di notte possa anche spostarsi su altri turni».
Chiamala, se vuoi, libertà. In conclusione, per Lorenzi la cosa più importante è un’altra. «Fin dove deve spingersi la libertà? L’acquisto di un pacchetto di cracker alle due di notte, deve accettare come dato di fatto che un altro essere umano viva costantemente con il buio e che per questo paghi un pegno altissimo anche da l punto di vista delle relazioni? Diventa per noi così necessario poter comprare dopo mezzanotte e non ci preoccupiamo che i veri servizi essenziali (dai Pronto Soccorso alle Forze dell’Ordine) soffrano costantemente di carenza di personale e di mezzi?».