maretta nell’esecutivo

Tassare le merendine proprio no! Di Maio stoppa il presidente Conte

Tassare le merendine proprio no! Di Maio stoppa il presidente Conte
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Alla parola «tasse» a Gigi Di Maio deve essere venuta l’orticaria. Teme di fornire troppe armi a Salvini e al centrodestra, così ieri ha voluto stoppare via Facebook il premier Conte, che pubblicamente aveva condiviso l’idea lanciata dal neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (per altro anche lui dei 5Stelle): tassare merendine, bibite gassate e biglietti aerei per recuperare risorse a favore della scuola e della ricerca. «Niente nuovi balzelli», ha scritto Di Maio. I calcoli fatti dal ministro parlano di 2,5 miliardi di euro, con i quali stabilizzare gli insegnanti precari e mettere sul tavolo anche l’ipotesi di un aumento di stipendio per i prof. Curiosamente, nell’ipotesi di Fioramonti si tratterebbe di una redistribuzione, perché a garantire una parte degli introiti sarebbero proprio gli studenti, grandi consumatori di merendine dolci. Con una leggera contraddizione: infatti il provvedimento vuole essere un disincentivo rispetto a un’abitudine alimentare che è tra le maggiori cause dell’obesità giovanile. Quindi se la tassa dovesse funzionare, facendo calare quei consumi, paradossalmente genererà pochi introiti per lo Stato.

 

Il ministro Fioramonti si è mosso sulla scorta di uno studio pubblicato dal British medical journal, che fa il punto su un’analoga misura introdotta in Gran Bretagna nel maggio 2018, sempre come contrasto alla obesità. Secondo lo studio la tassa sulle merendine potrebbe generare risultati più significativi che non quella sulle bibite gasate, introdotta in parallelo. Si tratta di uno studio che non analizza le ricadute (sarebbe troppo presto) ma prevede cosa potrebbe cambiare nelle consuetudini alimentari dei più giovani con l’aumento dei prezzi. Spulciando tra gli acquisti di cibo di oltre 36mila famiglie è emerso che la somma delle bevande gassate acquistate in media forniscono il 2% di energia e l’11% di zuccheri alle persone, mentre per le merendine le percentuali schizzano rispettivamente al 12 e addirittura la 26% per quanto riguarda l’apporto di zuccheri. Gli esperti perciò hanno calcolato che un aumento del 20% dei prezzi degli snack dolci potrebbe avere come conseguenza la riduzione dell’apporto energetico annuo calcolato in 8.900 calorie a testa. Il che significa una perdita media di peso di 1,3 chili. Per le bevande gassate ovviamente l’impatto sarebbe maggiore per le famiglie a basso reddito, che maggiormente risentirebbero dell’aumento dei prezzi e che, d’altra parte, sono le più esposte al rischio obesità.

 

È una tassa che ha visto contrario anche chi potrebbe trovarsi avvantaggiato, il presidente dell’azienda leader nelle merendine bio, quindi già allineate in questa offensiva contro il peso. È la Noberasco di Albenga il cui presidente ha detto che più che tasse occorrerebbero progetti di educazione alimentare nelle scuole. «Abbiamo misurato l’efficacia di percorsi fatti nelle scuole primarie attraverso dei giochi a tema», ha detto. C’è da pensare che l’Iva strategica immaginata dal ministro Fioramonti non avrà strada facile...

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