Omicidio Ziliani

«Temevamo Laura, voleva avvelenarci con candeggina e sostanze caustiche»

L’ultima versione di Mirto Milani e delle sorelle Paola e Silvia Zani

«Temevamo Laura, voleva avvelenarci con candeggina e sostanze caustiche»
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L’ultima versione della storia di Mirto Milani e delle sorelle Paola e Silvia Zani, accusati dell’omicidio di Laura Ziliani, assassinata a maggio dell’anno scorso: sia le figlie che il fidanzato-amante avrebbero dichiarato di aver ucciso la donna poiché la temevano, in quanto aveva cercato di eliminarli in passato e pianificava da tempo di sbarazzarsi di loro.

Il fatto è riportato oggi (giovedì 20 ottobre) dal Corriere Bergamo, dopo essere stato pubblicato in esclusiva dal Giornale di Brescia: «Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare. Secondo la nostra idea si sentiva bloccata con tre figlie, di cui una disabile, e l’idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi. E già nell’estate del 2020 iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla» ha affermato Silvia durante la sua confessione.

«Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con dentro benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto – ha continuato la figlia maggiore della vittima -. Io ero convinta di quello che volevo fare. Ero decisa. Sono entrata nella camera da letto di mia madre, ricordo di averle messo le mani attorno al collo, Paola la teneva ferma con il suo peso». A quel punto, la vittima avrebbe iniziato a rantolare: a quel punto, Mirto si sarebbe accorto che il piano non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha così messo le mani sul collo di Laura. «In un certo senso mi ha dato il cambio» ha detto la ragazza.

Secondo i tre imputati, Laura Ziliani avrebbe tentato di ucciderli aggiungendo di nascosto candeggina nel latte, in seguito con sostanze caustiche nel sale. I tre, tuttavia, non potrebbero dimostrare quanto affermano perché avrebbero distrutto le prove. «Il nostro incubo era quello di essere avvelenati da Laura - ha dichiarato Mirto -. Perché non abbiamo denunciato? Dal nostro punto di vista se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa».

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