Tentato avvelenamento dei lupi a Gandellino, anche un'associazione animalista denuncerà gli allevatori
Le tensioni con i pastori della zona sono culminate nel tentativo di uccidere i predatori, la reazione della Lega nazionale per la difesa del cane
La scoperta, avvenuta la scorsa primavera ma resa nota ieri (giovedì 26 settembre), della carcassa di cervo intrisa di veleno piazzata a Gandellino per uccidere i lupi fa discutere.
Oggi, la Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) ha annunciato che sporgerà denuncia nei confronti dei due allevatori presunti responsabili. I quali, comunque, sono già stati deferiti all'Autorità giudiziaria dalla polizia provinciale.
Un segnale allarmante
Per l'associazione, il rinvenimento dell'esca letale rappresenta «un segnale allarmante della crescente intolleranza nei confronti degli animali selvatici». Motivo per cui ha dichiarato: «Presenteremo denuncia contro i due allevatori, identificati dalle forze dell’ordine grazie alle riprese di una fototrappola, che li ha immortalati mentre riempivano il cadavere dell’animale con una sostanza tossica. Le indagini successive hanno confermato che si tratta di glicole etilenico, sostanza comunemente usata nei liquidi antigelo e decisamente letale. Chiaramente, l’intento era quello di uccidere lupi e altri carnivori selvatici».
Questo episodio, per la Lndc, si inserirebbe in un contesto più ampio di disprezzo e violenza verso la fauna selvatica, che avrebbe raggiunto nuovi picchi negli ultimi anni, secondo il gruppo anche a causa della condotta dell'Esecutivo.
Le critiche al Governo
«L’attuale Governo, con le sue politiche ambigue e il linguaggio spesso incendiario, ha contribuito a creare un ambiente in cui gli animali vengono visti come un problema da eliminare, piuttosto che come esseri viventi da proteggere - ha infatti spiegato -. Le dichiarazioni pubbliche che demonizzano gli animali selvatici e giustificano la loro uccisione hanno un impatto diretto sulle mentalità e sulle azioni dei cittadini».
Per l'associazione, il fatto avvenuto in Val Seriana è ancor più grave, per via delle modalità con cui si sono cercati di uccidere i lupi. Predatori con i quali gli allevatori locali non hanno certo un bel rapporto, dopo le predazioni avvenute in zona e la costituzione di un Comitato di tutela dal lupo, che persegue una politica per il loro "ridimensionamento".
«Uccidere un animale è abominevole, ma farlo tramite l’avvelenamento è ancora più crudele, perché causa sofferenze indicibili» ha commentato la presidente Piera Rosati.
«Chiediamo un cambio di rotta da parte del Governo e della politica tutta, affinché si adotti un approccio più rispettoso e protettivo nei confronti della fauna selvatica - ha concluso -. Servono leggi più severe contro la crudeltà verso gli animali e politiche che promuovano la convivenza sostenibile, piuttosto che l'ostilità. La vita degli animali selvatici è un patrimonio da tutelare, non un problema da risolvere. Le istituzioni non devono solo punire i colpevoli, anche se ad oggi non avviene ancora in modo adeguato, ma anche promuovere campagne di sensibilizzazione, per educare la popolazione».
Niente da fare a bergamo la popolazione pare perennemente in lotta con la natura, tra l' altro in un epoca di diffusione del lupo la presenza di un branco in una zona tiene lontani altri esemplari. Ma questi sono ignoranti al cubo.