La tomba di centomila soldati e di una sola donna, crocerossina
Papa Francesco è partito questa mattina per il Friuli Venezia Giulia, a bordo di un Airbus A319 dell'Aeronautica militare decollato poco dopo le otto dall'aeroporto di Ciampino. Al suo arrivo all’aeroporto di Ronchi dei Legionari è stato accolto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e dal presidente della Regione, Debora Serracchiani. Il pontefice ha poi raggiunto il cimitero austro-ungarico di Fogliano e il sacrario di Redipuglia, in provincia di Gorizia, dove ha celebrato una messa dedicata ai caduti della Grande Guerra, nel centenario dello scoppio del conflitto mondiale.
Nell’omelia, Bergoglio ha definito la guerra un’«inutile strage» (papa Benedetto XV utilizzò le stesse parole nel 1917) e ha aggiunto: «Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione». Poi ha chiesto ai fedeli di unirsi alla sua preghiera per le vittime della guerra, in ogni tempo: «Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da quel `A me che importa?´ al pianto. Per tutti i caduti dell''inutile strage', per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. L’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto».
Il memoriale. Il memoriale di Redipuglia è uno dei più importanti e imponenti complessi eretti in memoria dei soldati morti della Prima guerra mondiale: basti pensare che la stazione ferroviaria è stata costruita proprio per facilitare l’arrivo dei visitatori. All’interno di un parco commemorativo di cento ettari, che comprende il Carso triestino, il monumento è stato progettato in epoca fascista dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni. La sua realizzazione, iniziata nel 1935, ha richiesto un lavoro enorme da parte delle maestranze e si è conclusa nel 1938. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza di Mussolini e di ben 50 mila veterani della Prima guerra mondiale.
Alla base del complesso, che riproduce la disposizione di un’armata di cento mila soldati, si trova la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante della terza armata durante le battaglie dell’Isonzo. Benché non fosse caduto durante i combattimenti, chiese di essere deposto assieme ai soldati al momento della morte, avvenuta nel 1931. Accanto alla tomba sono state disposte le urne dei generali, mentre alle sue spalle ventidue gradoni con le tombe dei caduti si appoggiano al fianco del colle Sant’Elia. Nell’ultimo gradone, in due grandi tombe comuni, riposano 60.330 militi ignoti. Ciascun sepolcro reca l’iscrizione Presente, la formula con cui si rispondeva all’appello dei camerati defunti. Sulla sommità del colle è stato posto un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, per ricordare tutti i caduti, senza distinzioni.
100 mila soldati e una crocerossina. Nel memoriale riposa anche una donna, Margherita Kaiser Parodi Orlando. Appartenente per parte di madre alla famiglia Orlando, noti imprenditori del settore metallurgico, si arruolò come crocerossina del terzo reggimento. Il suo coraggio venne premiato con una medaglia di bronzo al valor militare, «per essere rimasta al suo posto mentre il nemico bombardava la zona dove era situato l'ospedale cui era addetta». Alla fine della guerra, continuò a lavorare come infermiera a Trieste. Il 1 dicembre 1918 morì a soli 21 anni, di febbre spagnola.