L'incontro tra Marino e il comitato di quartiere

Tor Sapienza, come si è arrivati a tutta questa violenza

Tor Sapienza, come si è arrivati a tutta questa violenza
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Stamattina, in Campidoglio, si è tenuto un incontro fra il sindaco Ignazio Marino e alcuni rappresentanti del quartiere di Tor Sapienza, con l’obiettivo di giungere ad una soluzione per questa caotica vicenda. Da quanto emerso, pare che il Comune di Roma abbia deciso di applicare il massimo rigore contro la prostituzione in strada, mantenere uno stretto controllo circa le attività degli immigrati presenti in zona e, soprattutto, concedere l’ospitalità del centro di accoglienza solamente a donne e bambini. Soddisfazione a metà per i rappresentanti presenti, che avrebbero voluto la definitiva chiusura della struttura.

La causa del caos (proteste e violenti scontri) di queste ultime settimane è racchiusa nell’esasperazione dei residenti di Tor Sapienza, stanchi una volta per tutte del degrado in cui versa della zona e della densissima presenza di immigrati (specie in riferimento al centro di accoglienza situato in viale Morandi, in piena Tor Sapienza), che, secondo gli abitanti, rendono invivibile il quartiere.

La notte del 10 novembre: l’inizio di tutto. Nelle ore fra il 10 e l’11 novembre, una manifestazione spontanea dei residenti del quartiere Tor Sapienza, periferia di Roma, ha preso vita di fronte al centro di prima accoglienza di viale Morandi, gestito dalla cooperativa Un sorriso, che offre un tetto, cibo e anche corsi di formazione agli immigrati rientranti nel programma di Mare Nostrum, l’operazione militare e umanitaria italiana posta in essere per far fronte all’incontrollabile afflusso di migranti dal Nord Africa verso le nostre coste.

Stando alle dichiarazioni degli abitanti del quartiere, da quando questo centro è divenuto operativo, e quindi con l’arrivo di decine di extracomunitari, la situazione della zona è letteralmente degenerata, con continui episodi di violenza di ogni genere, che hanno reso Tor Sapienza un luogo invivibile; e se a ciò si aggiunge il fatto che questo è un quartiere periferico già da diverso tempo in degrado e pressoché abbandonato dall’amministrazione comunale, si intuisce come la situazione fosse ampiamente degenerata: furti d’auto e in appartamenti, spaccio e prostituzione dilaganti, mancanza di illuminazione e addirittura linee di trasporto pubblico appositamente deviate per non raggiungere più il quartiere.

Così, la notte del 10 novembre, circa 150 persone sono scese in strada per dare sfogo a questo disagio, imbastendo un corteo che ha avuto come obiettivo principale proprio il centro di accoglienza. Da un protesta tendenzialmente pacifica, la situazione è presto sfociata in momenti di tensione acutissima: lanci di sassi, cassonetti dell’immondizia incendiati, tentativi di penetrare nel centro. In seguito a questi accadimenti, la zona è stata posto sotto stretto pattugliamento da parte delle forze dell’ordine, ma nulla è servito. Anche nei giorni successivi, le ore sono state scandite da continue proteste, lanci di oggetti contro il centro di accoglienza e scontri con la polizia; ad aggravare ulteriormente la situazione, c’è stata la risposta degli immigrati accolti, che dalle finestre replicavano con altrettanti lanci di oggetti.

Un esempio lampante di queste circostanze ai limiti dell’assurdo è avvenuto il 13 novembre: in un bar del quartiere, il titolare si sarebbe rifiutato non solo di servire ma pure di far entrare alcuni extracomunitari: ne è nato un violento alterco, con nuove violenze che hanno coinvolto immigrati, residenti e forze di polizia. La criticità era tale che, proprio quel giorno, i minori non accompagnati della struttura di accoglienza per richiedenti asilo sono stati trasferiti in altri centri della Capitale.

Le contestazioni a Marino. Venerdì 14 novembre, il sindaco di Roma Marino si è recato a Tor Sapienza ed è stato accolto da urla e insulti: il numero uno del Comune è infatti ritenuto, dai residenti del quartiere, il principale responsabile di quanto accaduto, avendo abbandonato a se stessa la zona, utilizzandola come destinazione per gli immigrati, senza occuparsi delle possibili conseguenze. Marino è riuscito a confrontarsi con alcuni rappresentanti degli abitanti di Tor Sapienza, asserragliato in un piccolo locale per evitare il contatto diretto con la folla inviperita. Un dialogo che ha portato a poco o nulla, tanto che di lì a poche ore si è sviluppata fino al centro della città una manifestazione che ha visto presenti non solo i residenti di Tor Sapienza, ma anche delegazioni di tutta la periferia romana, solidali con i loro concittadini e anch’essi esasperati dall’attuale amministrazione comunale. Presenti all’interno del corteo anche diverse personalità politiche di spicco, come l’ex sindaco Gianni Alemanno. Marino, ormai formalmente abbandonato dal suo partito (il Pd) e bersaglio continuo di ogni forza politica e sociale, è in una situazione quantomeno complicata.

Per ora regna solo il caos. Nonostante sia passata ormai più di una settimana dall’inizio degli scontri, la situazione non è cambiata: i residenti di Tor Sapienza sono sempre più adirati, e danno luogo ogni giorno a proteste sempre più violente nei confronti del centro di accoglienza di via Morandi; da par loro, gli immigrati non accettano di essere continuamente insultati e minacciati e di essere considerati il capro espiatorio del disagio del quartiere; le forze dell’ordine cominciano a dare segni di cedimento da un punto di vista dell’autocontrollo (ci sono stati già numerosi scontri con diversi feriti); il sindaco è più isolato e inerme che mai. Occorre senza dubbio una svolta, e al più presto.

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