Corsivo, stampatello o touchscreen? Ecco cos'è meglio per i bambini

Il dilemma sul momento più giusto di introdurre il corsivo nelle fasi di apprendimento da parte dei bambini è totalmente aperto e trova pareri contrastanti, sia fra genitori che fra gli insegnanti. Alcuni dei quali ritengono che, sebbene il corsivo rappresenti una tappa difficile nella formazione scolastica dei piccoli, resta comunque fondamentale che venga insegnato fin dai primi mesi della prima elementare e altri che, invece, stimano utile rimandarlo alla fine dell’anno, preferendo dapprima lo stampatello. Chi avrà ragione? E in questo processo di formazione alla scrittura, come si inserisce il touchscreen, ovvero la scrittura digitale di tablet e pc?
La scrittura touchscreen. Il dibattito sulla scrittura manuale o digitale è un fatto recente, risalente a circa 3 anni fa, almeno nel nostro Paese. Quando il Ministero dell’Istruzione ha iniziato a valutare la possibilità, o il valore aggiunto, di introdurre l’uso dei tablet, dunque di una scrittura e apprendimento 2.0, a fianco delle metodiche e dotazioni 1:1, carta e matita, quelle tradizionali e da sempre utilizzate nelle scuole. Le prime sperimentazioni digital sono già in atto, con l’avvio di progetti pilota come ad esempio il Creative Classrooms Lab (CCL), condotto a livello di politica europea, o, in alcune regioni in particolare, fra cui la Lombardia, compresi alcuni istituti di Bergamo dove nelle classi dei grandi si insegna solo con il tablet, e il Piemonte.
E la scrittura a mano? Ci sono alcuni Paesi, come la Francia, in cui l’uso dello stampatello e del corsivo, cioè della scrittura a mano, convivono fin dall’asilo, mentre in Messico a scuola si impara solo lo stampatello; negli Stati Uniti invece il corsivo, dopo essere stato eliminato nel 2009 come insegnamento dell’obbligo, è stato reintrodotto in alcuni istituti, mentre in Italia lo si inserisce a partire dalla prima elementare ma con modalità e tempistiche diverse. Le quali posso variare a seconda della metodica di insegnamento dell’insegnante o delle necessità dell’alunno, ad esempio vengono esclusi dall’iniziale uso e studio del corsivo bambini con problemi di disgrafia, la difficoltà di scrivere, o altri disturbi dell’apprendimento.
Meglio la scrittura a mano. Imparare la scrittura a mano è meglio che darsi a quella digitale. Gli esperti di neuroscienze e gli psicologi confermano infatti che favorisca lo sviluppo cognitivo, grazie alla relazione che nel processo della scrittura si tesse fra la mano e il cervello. Non si tratterebbe però solo di una crescita della motricità fine, quella cioè che consente di scrivere e di tracciare segni grafici sul foglio, perché l’attivazione di specifici circuiti nervosi durante questo processo potenzierebbe anche alcune altre facoltà e capacità come la lettura, la memorizzazione, la produzione delle parole.
A riprova ci sarebbero alcuni studi scientifici su alunni di 7, 9 e 11 anni allenati a scrivere a mano, risultati più veloci nello scrivere ma anche nell’utilizzo e apprendimento di più parole o nella capacità di esprimere un maggior numero di concetti, rispetto a quanto erano in grado di fare quando scrivevano alla tastiera.
E tra corsivo e stampatello, chi la vince? L’opinione comune è che il corsivo consenta di risparmiare più tempo nel vergare caratteri sulla carta, sebbene non ci siano studi che lo comprovino in maniera convincente. Anzi, in un'indagine che ha raffrontato la velocità di scrittura corsiva in bambini della scuola primaria in Francia e Canada, lo stampatello sembrerebbe il metodo di scrittura più agevole per i piccoli rispetto al corsivo. Probabilità molto plausibile, stante il fatto che il sistema nervoso centrale, che permette anche si scrivere bene e correttamente, si forma in modo completo solo verso gli 11 anni: dunque i movimenti difficili di alcune lettere corsive o anche la necessità di unire le lettere con un legamento fluido alla base, senza cioè delle saldature, tipico della scrittura corsiva, potrebbe essere particolarmente ostico per i piccoli, così come il lavoro di copiatura delle lettere all’interno di righe e quadretti. Così, a sorpresa, lo studio d’Oltralpe avrebbe dimostrato che la scrittura più facile e veloce nelle prime fasi di apprendimento è data da un mix di elementi corsivi e in stampatello, usato da bambini canadesi e più abili nello scrivere rispetto agli alunni francesi.
C’è di più. Pare, infatti, che l’uso del corsivo o dello stampatello attivi aree cerebrali differenti, a tal punto che, dopo un incidente che comporti un trauma della scatola cranica o un ictus che lede alcune particolari funzioni, la persona offesa nelle abilità cerebrali riesce a mantenere o la capacità di scrivere in corsivo o quella in stampatello, difficilmente entrambe.