Nel resto del mondo solo l'1 percento

Tra i "figli della luna" dei Kuna la tribù con più albini al mondo

Tra i "figli della luna" dei Kuna la tribù con più albini al mondo
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Guna Yala è un arcipelago di Panama all’interno del mare caraibico e qui vi dimora il popolo indigeno dei Kuna formato da circa 30mila persone. In queste zone il clima è tropicale e fa caldo tutto l’anno, con temperature che oscillano mediamente tra i 23 e i 32 gradi di massima, senza particolari escursioni termiche nell’arco delle diverse stagioni. Si tratta quindi di una sorta di paradiso terrestre, e gli indigeni che abitano questa terra si godranno quasi certamente i vantaggi di questo buon clima e la loro vita, scandita da lunghe giornate di sole, non potrà che essere bella e all’insegna del buon umore. Ma c’è un problema. Non tutti i componenti di questa tribù possono apprezzare e godersi questo felice clima. Già, perché molti dei Kuna - per la precisione quasi il 10 percento della popolazione - è affetta da albinismo, ovvero la totale o parziale mancanza di pigmentazione della melanina. Come se non bastasse circa metà della popolazione albina di Guna Yala deve addirittura fare i conti con il cancro alla pelle. Si tratta di una percentuale altissima, considerando che la media mondiale è di circa l'uno percento.

 

https://youtu.be/_r_MEZkFvEk

 

I rischi di tumore. Per queste persone, quindi, la felice condizione climatica appena descritta è in realtà un’atroce condanna cui dover sottostare ogni giorno. Come già detto, a causa della mancanza di melanina, per gli albini esporsi al sole è molto pericoloso: il rischio maggiore in cui possono incorrere è quello di ammalarsi di tumore. Proprio per questa ragione soprattutto i bambini albini, per ripararsi il più possibile dal sole, non possono giocare all'aperto insieme ai loro amici durante il giorno, ma sono costretti a uscire di casa quando il sole inizia a calare o, in alcuni casi, solo dopo il tramonto. La maggior parte di essi vive quindi un’esistenza al limite dell’immaginabile, dato che è costretta a trascorrere la maggior parte di ogni giornata chiusa in casa o all’ombra, per evitare di aggravare una già delicatissima condizione fisica.

 

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Gli albini e la tradizione dei Kuna. Secondo la leggenda locale, il primo albino che nacque sull’isola era stato inviato direttamente da Dio, che nella loro lingua è meglio conosciuto come Baba o Bab Dummat. Questo albino, sempre secondo la tradizione, divenne un importante mago e tutti gli albini che nacquero dopo di lui furono per molto tempo venerati e tenuti in grande considerazione perché considerati Figli della Luna o Nipoti del Sole. Da qui si spiega la devozione e il rispetto che questa popolazione nutre ancora oggi nei confronti degli albini. Ma non è sempre stato così. Con la colonizzazione degli spagnoli - e almeno fino agli ultimi anni del XIX secolo -, gli albini venivano crudelmente uccisi, a causa della sbagliata convinzione che fossero bambini nati da violenze o peccaminose contaminazioni etniche con i conquistadores. Con gli anni, l’ingenuità di queste tribù è stata vinta dai primi medici europei che spiegarono ai capi dei Kuna che gli albini non erano il frutto di relazioni con gli occidentali, piuttosto che erano vittime di una particolare malattia.

 

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Gli albini nel mondo. In tutto il mondo, tendenzialmente, una persona su 20mila soffre di albinismo mentre in Africa la percentuale cresce perché se ne trova uno ogni 5mila. In Italia si stima che ci siano oltre 4mila persone albine. Questa particolare condizione fisica si distingue in due diverse tipologie. C’è l'albinismo totale che riguarda tutto il corpo e si manifesta all'incirca in un neonato su 35mila: è una forma molto rara e l’individuo interessato mostra pelle bianchissima, capelli bianchi o giallo paglierino di consistenza setosa e occhi grigio-bluastri. Nell'albinismo parziale, invece, si riscontra una mancata pigmentazione limitata a piccole zone come un ciuffo di capelli, una zona cutanea o a uno solo degli occhi.

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