Traffico di cuccioli, assolta la famiglia degli allevamenti di Ghisalba (ora chiuso) e Trescore
Nel 2018 i tre imputati furono accusati di associazione a delinquere, maltrattamento e uccisione di animali, truffa e frode
Assolta perché il fatto non sussiste, nel processo al tribunale di Udine, la famiglia di Ghisalba, accusata nel 2018 di traffico di cuccioli. La sentenza arriva a distanza di anni, quando nel frattempo gli imputati hanno chiuso uno dei loro due allevamenti (quello di Ghisalba, l'altro di Trescore è ancora aperto).
Le accuse alla famiglia di Ghisalba
Tutto è cominciato oltre cinque anni fa, quando la polizia stradale di Udine aveva sequestrato 65 cagnolini lungo la A23 ad Amaro, trasportati su un furgone da uno slovacco di 43 anni e una polacca di sessanta, denunciati per maltrattamenti di animali.
Dopo una serie di indagini con intercettazioni, come riportato oggi (martedì 30 gennaio) da L'Eco di Bergamo, nel 2018 si era arrivati a misure cautelari nei confronti di sei persone, tra cui anche appunto un 66enne, la compagna 61enne e la figlia 33enne. Le accuse, per loro, erano a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento e uccisione di animali, traffico internazionale di cuccioli e truffa e frode in commercio.
Il processo
Arrivati a processo, due di quei sei indagati avevano patteggiato, ma la famiglia aveva sempre ribadito la propria estraneità alla vicenda. La Procura riteneva che avessero portato illegalmente in Italia, facendoli arrivare da Ungheria, Polonia e Slovacchia, dei cuccioli, con successiva simulazione della loro nascita in allevamento. Il guadagno, per i magistrati, derivava dalla notevole differenza tra le spese per l'acquisto di un cagnolino e il ricavato dalla loro vendita: da 50-100 euro si passava a 750-850 euro.
La corte, tuttavia, ha ritenuto inesistenti le accuse di maltrattamenti e uccisioni di animali, così come i restanti reati addebitati ai tre bergamaschi. Per il traffico internazionale di cuccioli, si è inoltre dimostrato che non sono mai stati all'estero e non li hanno mai trasportati in Italia.