Le congetture e le smentite

Tragedia del volo MH17 Una, nessuna, centomila verità

Tragedia del volo MH17 Una, nessuna, centomila verità
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Nell’intricatissimo teatro del conflitto fra Ucraina e separatisti (fra Occidente e Russia?) c’è un mistero su cui ancora non si è riusciti a fare piena luce: l’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines, inspiegabilmente colpito e abbattuto il 17 luglio scorso. Prestando orecchio a quanto emerso dai media nelle ultime settimane, sembrava cosa assodata che dietro a questo attentato ci fosse la mano di Mosca seppur indiretta - attraverso la fornitura di armi ai ribelli separatisti -. Tuttavia, dalla recente analisi delle scatole nere dell’aereo e dal sopralluogo appena compiuto da un gruppo di osservatori internazionali, la situazione parrebbe ribaltarsi completamente.

 

ancora i fori,più bella

 

Le prime ipotesi, smentite. Fino a pochi giorni fa, la responsabilità russa sembrava evidente: l’ipotesi più accreditata era quella di un missile terra-aria scagliato da zone ucraine controllate dai ribelli. Stando alle parole del Ministro degli Esteri ucraino Andriy Lysenko, la causa del crollo del Boeing sarebbe stata una forte decompressione esplosiva causata dalle schegge provenienti da un missile; quest’ultimo sarebbe stato scagliato dal sistema missilistico Buk, una classe di armamenti anti-aerea sviluppata ancora ai tempi dell’Unione Sovietica: un’arma simile deve essere necessariamente stata fornita dai russi. Da ultimo, la foto - circolata nei giorni successivi - di un sistema di missili antiaereo nelle mani dei ribelli, con un colpo mancante, sembrava dare prova inconfutabile della matrice russa dell’attentato.

Le nuove congetture. Ma, dopo i primi accertamenti scientifici, questa soluzione risulterebbe difficilmente condivisibile. Il sistema missilistico Buk infatti non è in grado di arrivare ad un bersaglio aereo in viaggio sopra i 30mila piedi di altitudine, come effettivamente nel caso del Boeing 777 in questione; inoltre, le forature sulla parte anteriore del velivolo, quelle che avrebbero causato la decompressione e quindi il crollo, non risultano essere causate da attacco missilistico, ma, molto più probabilmente, da mitragliatore. Infine, la famosa foto di cui si accennato ha sullo sfondo un cartello pubblicitario locale: il luogo è Krasnoarmejsk, ormai già da tre mesi saldamente sotto il controllo di Kiev, e quindi molto difficilmente sarebbe potuto essere regione di indisturbato passaggio di ribelli armati.

 

boeing

 

E quindi? Occorre allora andare ulteriormente a fondo della questione, vista la non più certa cooperazione di Mosca nell’abbattimento del Boeing. Il dato più importante riguarda una rilevazione di un radar aereo russo, il quale poco prima del crollo dell’aereo avrebbe identificato un Sukhoj25, caccia militare in dotazione all’esercito ucraino, che all’improvviso e senza alcun motivo avrebbe spostato la propria traiettoria di volo, innalzando vertiginosamente la quota. La domanda sorge spontanea: perché mai un aereo militare avrebbe dovuto abbandonare la canonica altitudine di volo per spostarsi in zona riservata ai voli civili? Le autorità di Kiev hanno tenuto a precisare immediatamente come quell’aereo fosse un bombardiere, quindi inadatto all’intercettazione aerea. Cosa in realtà non vera, visto che il Sukhoj25 è un aereo militare che può montare armamenti atti anche al combattimento aria-aria, senza alcun problema. E non un armamento qualunque, ma un tipo perfettamente adatto a provocare quelle famose forature identificate come causa del crollo del Boeing.

Meglio la cautela. La situazione si presenta dunque più incerta che mai. Esattamente come è stato poco saggio accusare la Russia di questo attentato ancor prima che venissero effettuate le dovute rilevazioni scientifiche, allo stesso modo sarebbe altrettanto precipitoso assecondare una nuova ricostruzione che vorrebbe l’Ucraina abile organizzatrice di questa tragedia con lo scopo di incastrare e screditare Mosca agli occhi di tutto il mondo. Si possono solo attendere ulteriori sviluppi, e soprattutto andare molto cauti nelle accuse, le quali, specie se infondate, posso portare a conseguenze internazionali non indifferenti (come ad esempio il pesantissimo regime di sanzioni imposto dagli Stati Uniti alla Russia proprio in seguito all’abbattimento del Boeing).

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