Conti in ordine

Tranquilli, non è vero (come insinua qualcuno) che Uniacque fa acqua

Nelle ultime settimane è passata l’idea che la compagine pubblica fosse una sorta di Parmalat il giorno prima del crollo, mentre è un esempio virtuoso

Tranquilli, non è vero (come insinua qualcuno) che Uniacque fa acqua
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di Andrea Rossetti

Tutto rinviato. L’assemblea di Uniacque andata in scena mercoledì 18 novembre non si è conclusa a causa di problemi tecnici (la piattaforma di voto telematico, necessaria per svolgere l’assemblea a distanza, non ha funzionato) e dunque non si è potuto né approvare il bilancio 2019 della società, né eleggere il nuovo Cda. E se questo secondo punto rappresenta soprattutto una questione politica, il primo è invece un problema di non poco conto: l’approvazione del bilancio di Uniacque, infatti, è necessaria per permettere a tutti i Comuni, che sono soci, di approvare il loro bilancio consolidato.

La relazione di Kpmg

Il voto sui conti della società era particolarmente atteso. Nelle ultime due settimane, infatti, era passata l’idea, scorretta, che Uniacque fosse una sorta di Parmalat il giorno prima del crollo, con le casse vuote e una gestione finanziaria che fa acqua da tutte le parti. A dare questa percezione è stata la relazione, depositata il 28 ottobre scorso, della società di revisione Kpmg, che nel proprio parere aveva sottolineato la presenza di tre punti di domanda: il mancato aggiornamento delle tariffe ai nuovi criteri Arera; l’assenza di una relazione di Cassa depositi e prestiti e Banca Europea degli Investimenti (Cdp e Bei) circa il finanziamento da quaranta milioni di euro concesso a Uniacque; l’assenza di un finanziamento ponte per superare il periodo transitorio in essere. Incognite che, in realtà, non vanno a intaccare in alcun modo la “pulizia” del bilancio societario.

Le nuove tariffe

Com’è ormai noto, la prima incognita avanzata da Kpmg è stata cancellata pochi giorni dopo il deposito della relazione della società di revisione, quando il Consiglio provinciale ha ufficialmente dato il via libera al nuovo piano tariffario di Uniacque. Un piano che prevede un aumento, per noi utenti, dell’8 per cento nel solo 2020, più ulteriori aumenti percentuali per gli anni a venire. Questo rialzo, però, era assolutamente necessario. Sia per uniformarsi ai nuovi criteri di calcolo delle tariffe imposti da Arera, l’autorità di regolamentazione del sistema idrico (un aggiornamento che viene fatto ogni tre anni), sia perché Uniacque ha compiuto molti investimenti e questi vengono coperti proprio dalle bollette degli utenti. Del resto, negli ultimi anni Uniacque non aveva mai ritoccato verso l’alto le proprie tariffe, ma adesso non si poteva più rinviare. Anche perché l’aumento viene calibrato e calcolato da un algoritmo imposto da Arera.

Finanziamento ok

Il secondo dubbio espresso da Kpmg, come detto, riguardava invece il rapporto tra Uniacque e Bei e Cdp, ovvero gli enti che nel 2016 hanno concesso un consistente finanziamento da quaranta milioni alla società da qui al 2036, data in cui scadrà la concessione. Ovviamente, il finanziamento in questione prevede il rispetto di diversi parametri economico-finanziari, che vengono costantemente monitorati. Sui conti del 2019, uno di questi parametri, principalmente a causa dei massicci investimenti compiuti da Uniacque, sforava di 0,03 punti rispetto al previsto. Per questo, Cdp e Bei hanno aperto un’istruttoria per capire se quello sforamento potesse rappresentare un problema “strutturale” o un semplice incidente di percorso. Al 28 ottobre, ovvero quando Kpmg ha depositato il proprio parere, la risposta di Cdp e Bei non era ancora arrivata e solo il 3 novembre i due enti finanziatori hanno fatto sapere che le loro verifiche avevano dimostrato come tutto fosse in regola e che, dunque, non c’era alcun tipo di problema sul finanziamento in essere.

Il finanziamento ponte

Infine, Kpmg sottolineava come Uniacque non avesse ancora approvato la richiesta di un finanziamento ponte necessario per coprire l’assenza di liquidità attuale, figlia dei tanti investimenti attuati e del mancato (e temporaneo) adeguamento delle tariffe. Il problema è che per approvare il finanziamento ponte (si parla di un prestito di dodici, diciotto mesi) è necessario il voto dell’assemblea sul bilancio. Dunque, finché non si approva il bilancio 2019 non ci può essere una soluzione a questo problema. (...)

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