Tre vittime bergamasche sul lavoro in dieci giorni, i sindacati: «La sicurezza si insegni a scuola»
Le parti sociali ritengono che un piano strategico nazionale e provinciale sulla salute e sicurezza sul lavoro «non sia più rinviabile»
Il decesso di Sergio Persico, 53 anni, avvenuto questa mattina, lunedì 17 maggio, a Spirano, aggiorna a tre il drammatico bilancio di incidenti mortali sul lavoro che hanno coinvolto in dieci giorni altrettante vittime bergamasche.
«Bergamo sta pagando un tributo altissimo – sottolineano in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil -. Quella di oggi è una dinamica particolarmente straziante, considerando che non si è verificato un incidente in un’attività specifica, ma un investimento da mezzo in manovra. Deve costringerci ad ampliare le vedute in tema di sicurezza, che va naturalmente allargata anche allo spazio esterno all’azienda e alle azioni di manovra di mezzi».
Secondo le prime ricostruzioni pare infatti che la vittima sia rimasta investita mentre era a bordo del muletto che stava guidando da un tir di una ditta esterna che stava effettuando la retromarcia. I sindacati, alla luce delle ultime drammatiche notizie di cronaca, hanno quindi chiesto che venga sviluppato e condiviso un piano strategico nazionale e provinciale in merito alla salute e alla sicurezza sul lavoro, che si traduca in proposte concrete e condivise.
«Un patto che ad oggi non è più rinviabile», evidenziano, che garantisca regolarità sul piano contrattuale, legalità, rispetto e centralità della persona, oltre a un’adeguata organizzazione del lavoro e retribuzioni dignitose.
Per le parti sociali è necessario partire dalla qualificazione delle imprese e dalla patente a punti per quelle edili, toccando la formazione per i datori di lavoro e per i lavoratori, adeguata allo svolgimento delle mansioni. «Serve urgentemente una riforma del livello istituzionale e di coordinamento tra gli organi di vigilanza – spiegano -, cui vengano dedicati finanziamenti adeguati per aumentare i controlli nei luoghi di lavoro con più ispettori. Infine, chiediamo di inserire e potenziare nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, la materia della salute e sicurezza sul lavoro».
Cordoglio per la morte del lavoratore cinquantatreenne è stato espresso anche da Ugl, vicina al dolore dei familiari della vittima. «Sicurezza, formazione e una maggiore cultura della tutela della vita sui luoghi di lavoro sono indispensabili – affermano il segretario genrale Paolo Capone e il segretario lombardo Claudio Morgillo -. La manifestazione “Lavorare per vivere”, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul dramma delle morti sul lavoro affinché, tra le massime priorità del Governo, venga data centralità alla tutela dei lavoratori».