Treviolo e il cemento, «Il sindaco? È affetto da vittimismo patologico»
Quando si parla di cemento, il dibattito politico si fa sempre incandescente. È quindi del tutto normale che a fronte dei numerosi cantieri che costellano in questo periodo le quattro frazioni treviolesi, gli animi si scaldino, all'interno della maggioranza come dell'opposizione di centro destra. L'attuale sindaco Gandolfi ha rispedito al mittente in modo deciso le accuse di essere un cementificatore, individuando nel Pgt del 2009 la causa principale di diverse colate di calcestruzzo che stanno soffocando per sempre metri su metri di territorio. Gianfranco Masper (foto in copertina), sindaco che ha messo la firma sull'ultimo Piano di governo, quello della discordia, ha voluto dire la sua, che chiaramente non collima nemmeno lontanamente con quella di Gandolfi.
Masper, ha letto l'intervista di settimana scorsa?
«Sì. Leggendo l’articolo, la mia prima reazione è stata di ilarità, perché questa abitudine da parte del sindaco di deresponsabilizzarsi dalle proprie decisioni, scaricando le colpe sulla precedente amministrazione, dura da ormai quattro anni. Ogni volta che una sua decisione provoca malumore o critiche c’è la frase pronta: “Ah! Non è colpa mia. È colpa della precedente amministrazione”. Una sorta di vittimismo patologico. L’atteggiamento è talmente stucchevole che forse non avrebbe bisogno nemmeno di repliche. Basta avere un po' di buonsenso per capire l’assurdità dell’affermazione».
Il sindaco Gandolfi
Qual è allora il suo punto di vista sulla questione cemento?
«Dopo un periodo di crisi, l’attività edilizia sta finalmente riprendendo, ma a Treviolo ha un vigore inusitato, che è frutto di una politica di “incentivazione” attuata dall’architetto Gandolfi e dal suo gruppo».
Ma le linee guida non dipendono dall'ultimo Pgt?
«È assurdo far risalire tutte le responsabilità al Pgt approvato nel 2009. Il piano regolatore comunale definisce il quadro generale della programmazione urbanistica, è uno strumento di pianificazione che ha lo scopo di definire l'assetto dell'intero territorio. Il piano definisce anche le modalità generali degli interventi urbanistici, sia per gli edifici esistenti sia per quelli di nuova realizzazione. Viene redatto con logiche di lungo termine. Sta poi all’amministrazione pro-tempore, quella in carica, promuovere o rallentarne la realizzazione. Il Pgt del 2009 era stato elaborato con la logica di contenere, in generale, le dimensioni dei nuovi edifici nel limite dei due piani più il sottotetto, con la prescrizione di mantenere la tipologia coerente con l’abitato circostante».
Eppure alcuni cantieri stanno di fatto portando a un aumento delle cubature.
«Quando si parla di indice di edificabilità si intende quanti metri cubi puoi realizzare su ogni metro quadrato. Nel nostro Pgt, per tutti i nuovi insediamenti si limitava il rapporto a 1/1. Ma il problema non sono i metri cubi. È la combinazione tra maggiori altezze, riduzione degli standard e sfruttamento anomalo dei sottotetti, che portano a costruire mostri. Tutti gli interventi edificatori erano stati pensati rispettando la visuale verso le montagne evitando di “intasare” quindi certe aree delicate, come quella di via Galetti...»