Uno studio antropometrico

Le misure tipiche degli italiani Stiamo diventando più alti (e grassi)

Le misure tipiche degli italiani Stiamo diventando più alti (e grassi)
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Prendiamo una catena di abbigliamento con sedi in tutto il mondo, ad esempio Zara. Supponiamo di entrare in una sua filiale nel centro di Roma, e in un'altra il cui ingresso si affacci, invece, sulle strade di Oslo. Fatta eccezione per alcuni casi particolari, è più facile che troveremo la nostra taglia sugli scaffali del primo store. Questo perché, lo sappiamo, i norvegesi sono di norma più alti e più magri di noi. Ma quanto siamo alti e quanto pesiamo noi italiani? Partendo dalla statura, oggi la media maschile è di 175 cm, mentre quella femminile è pari a 162. Se si passa alla bilancia, il peso medio degli uomini è di circa 74 chilogrammi, dove una donna adulta ne pesa mediamente 59.

 

 

Queste risposte non soddisfano solo la nostra curiosità, ma rappresentano anche parametri fondamentali per la progettazione di sistemi, ambienti e oggetti a misura d'uomo. Esiste anche una scienza che, al pari di un sarto, si occupa di prenderci le misure, l’antropometria. Da sempre di grande interesse per gli artisti (nel Rinascimento vi si dedicarono Leonardo da Vinci e Gian Battista Alberti), utilizzata erroneamente nell’Ottocento da parte di Lombroso per individuare i tratti della devianza criminale, oggi questa branca della antropologia è una specializzazione per progettare posti di lavoro dagli standard corretti e, più in generale, per realizzare utensili, spazi e volumi che ci si adattino perfettamente

A vent’anni dalle prime rilevazioni, è stata portata a termine nel 2010 un’indagine antropometrica, realizzata grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Antropologia dell’Università di Torino, il Centro Sperimentale di Design di Ancona e la Società Italiana di Ergonometria. Questo quasi interminabile lavoro, pubblicato con il titolo L’Italia si misura, costituisce un database di rilevazioni di massa, che è stato utilizzato anche per definire gli standard della normativa dell’ISO, l’Organizzazione Internazionale per la Normazione (Kyoto, 2009).

 

 

Attraverso l’analisi dei dati, sappiamo di alcuni dettagli sul nostro Paese.

  • Statura. Confrontando le classi d’età, scopriamo che l’altezza media degli uomini che hanno un’età compresa tra i 35 e 44 anni è superiore a 180 cm, ma anche che la statura tende a diminuire progressivamente nel passaggio a classi di età superiore. Se oggi l’uomo è alto in media 175 cm, nel Novecento era poco più alto del metro e 61. Diventiamo più alti quindi, a conferma del fenomeno noto come “incremento secolare della statura”, secondo cui l’altezza delle popolazioni cresce grazie all’interazione di una serie di fattori genetici e ambientali. Se ci spingiamo anche a un confronto fra regioni, emerge non solo che il centro-nord è più alto del sud, ma anche che cresciamo man mano ci dirigiamo verso est: infatti i veneti sono più alti dei piemontesi.
  • Età e dieta. L’età, inoltre, è direttamente proporzionale al peso, che tende ad aumentare progressivamente fino ai sessant’anni quando, soprattutto per gli uomini del settentrione, può diminuire anche notevolmente per via di una maggiore attenzione al regime dietetico.
  • Peso. Se restringiamo il campo alle donne e osserviamo il gruppo più anziano a confronto con quello più giovane, il girovita si allarga di quasi 21 cm. Infine, per continuare con il confronto tra aree geografiche, i soggetti dell’Italia centrale sono più pesanti di quelli del Nord di circa due chili. In sintesi siamo più alti e più grassi col passare dell’età. Ma al crescere delle nostre misure c’è comunque il limite del bersaglio genetico, qualcosa iscritto nel nostro DNA che ci impedirà di espanderci troppo.
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