Tutto il baseball con la maglia 42 Succede negli Usa. Ecco perché

«Torna tra i campi di cotone. Non sei degno di portare un numero sulla maglia». Chissà se Ben Chapman, all’epoca allenatore affermato dei Philadelphia Phillies, poteva immaginare che 50 anni dopo ci sarebbe stato un giorno in cui tutti i giocatori americani professionisti di baseball avrebbero potuto indossarla quella divisa. Ogni anno il 15 aprile è un giorno speciale per la Major League Baseball (MLB) perché è il giorno in cui si ricorda l’home run più conosciuto in tutti gli Stati Uniti d’America. Il 15 aprile è il giorno di Jackie Robinson, il primo nero nello sport professionistico americano. E nel 1997, a 50 anni esatti dall’esordio del giocatore, la Lega intera ha voluto rendere omaggio a Robinson, decidendo di ritirare la sua maglia numero 42 da tutte le franchigie della MLB e di concedere a chiunque di poter indossare quella divisa solamente in un giorno. Il 15 aprile appunto.
L’esercito. Pearl Harbour, 7 dicembre 1941. Il Giappone attacca il cuore militare degli Stati Uniti distruggendo con un raid aereo la base avamposto della flotta a stelle e strisce. Gli americani impauriti dichiarano la leva di massa, arruolando tantissimi giovani ragazzi. Tra questi c’è un ventenne della Georgia, fratello dell’argento olimpico di Berlino 1936 (le Olimpiadi di Jesse Owens), che, dopo aver abbandonato gli studi alla UCLA, ha deciso che diventerà un giocatore di football. Il ragazzo si chiama Jackie Robinson e si distingue per una seria disciplina che gli permette di essere promosso al grado di sottotenente nel 1943.
Il pullman e il processo. Un anno dopo, però, Jackie viene confinato al Battaglione 758 in attesa che il suo caso venga sottoposto alla Corte Marziale. Durante uno spostamento con il pullman dell’esercito infatti, uno dei superiori si era avvicinato a Robinson dicendogli: «Sei negro, davanti non ci puoi stare», intimandogli in seguito di spostarsi in fondo al pullman. Jackie si era rifiutato ed era stato allontanato dalla polizia militare in attesa di un processo. Mancano ancora una decina d’anni alla vicenda di Rosa Parks, ma Robinson viene ritenuto innocente in quanto nell’esercito i principi comuni alla vita civile dell’epoca (ovvero che i neri erano inferiori ai bianchi), non erano considerati validi. Gli viene proibito però di recarsi oltreoceano col resto dei compagni e viene impiegato come allenatore delle reclute dell’esercito fino al novembre 1944.
Rickey Branch. Tornato in città, Robinson accetta l’offerta dei Kansas City Monarchs e diventa un giocatore di baseball. All’epoca però tra i presidenti della MLB vigeva un accordo non scritto per cui lo sport dal 1890 era solo “white only”. Di conseguenza le 16 franchigie schieravano 400 giocatori tutti bianchi, mentre quelli di colore militavano nella Negro League, leghe che restarono attive fino al 1966. Jackie però è bravo e attira le attenzioni dei dirigenti dei Boston Red Sox che invitano lui ed altri neri per un provino, durante il quale essi non riescono a mettersi in mostra in quanto bersagliati di insulti dal pubblico presente. Tra tutti i presidenti citati in precedenza ce né uno che dribbla le barriere razziali pensando ai vantaggi economici («Il baseball è bianco. Gli spettatori sono neri. I soldi sono verdi»). Si chiama Rickey Branch ed è il capo e manager dei Brooklyn Dodgers. Il 28 agosto 1945 decide di incontrarsi con Jackie Robinson, perchè secondo lui non è il miglior giocatore della Negro League ma certamente quello con più carattere. Memorabile lo scambio di battute tra i due con Robinson che a domanda: «Sto cercando un giocatore nero con abbastanza coraggio da non reagire». Risposta: «Dammi un numero, ti darò il coraggio».
Il difficile debutto. Viene aggregato inizialmente alla squadra “succursale” dei Dodger nella Minor League, nessuno dei suoi compagni vuole giocare con lui e l’allenatore spesso si rifiuta di schierarlo (è costretto a dormire in posti diversi da quelli della squadra). Addirittura in una partita del campionato un poliziotto lo porta fuori dal campo per evitare che la situazione sugli spalti degeneri. I risultati sul terreno di gioco però sono ottimi e Jackie pian piano si conquista la prima squadra. I giocatori dei Dodgers però firmano una petizione per escluderlo e l’allenatore, che di lì a poco verrà licenziato, è costretto ad un discorso tutto particolare per convincerli a ritrattare («Questo ragazzo ci può rendere tutti ricchi. E se qualcuno di voi non ha bisogno di soldi, farò in modo di cedervi»).
Il 15 aprile il debutto. Il debutto tanto insperato avviene il 15 aprile 1947 all’Ebbets Field di Brooklin, Robinson indossa la maglia numero 42, Martin Luther King ha appena 18 anni all’epoca. Da lì i trionfi sportivi saranno tantissimi: verrà nominato Rookie of the Year, selezionato sei volte per l’All Star Game e eletto miglior giocatore della Lega nel 1949; ma soprattutto è l’abbattimento delle barriere razziali nello sport il suo più grande risultato: dal 1948 infatti altri giocatori di colore vennero tesserati nella MLB. Nel 1999 il Time Magazine lo ha inserito tra le 100 persone più importanti di tutto il XX secolo e sono stati girati ben cinque film dedicati alla leggenda di Jackie Robinson. Perché dal 1947 il 42 non è più un numero come tutti gli altri.