L'indagine di un'azienda inglese

In ufficio ci si sveglia veramente solo poco prima dell'ora di pranzo

In ufficio ci si sveglia veramente solo poco prima dell'ora di pranzo
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Il trillo della sveglia mattutina è un incubo. Lo è per tutti, ma soprattutto per due classi di popolazione: i gufi, coloro cioè che non andrebbero mai a dormire la notte e che per turarli giù dal letto al mattino necessitano della gru e di una doccia ghiacciata, e gli zombie. E forse le due categorie coincidono perché, questi ultimi, sono coloro che restano degli automi dal momento in cui mettono i piedi a terra fino a ben oltre la metà mattina. Svegliandosi efficacemente sul lavoro solo quando è pressoché ora di pranzo. Un problema, quello del "sonnambulismo vigile", che riguarderebbe più della metà dei lavoratori dipendenti, almeno stando ad una indagine condotta in Inghilterra da Quaker Oats, un'azienda di prodotti alimentari specifici per la  prima colazione.

 

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Non disturbare il conducente mentre sta guidando. A chi non è mai capitato di vedere questa scritta sui mezzi di trasporto e, ligio alle norme, non ha chiesto informazioni scendendo alla fermata sbagliata? Ebbene, questa stessa regola potrebbe essere parafrasata e applicata anche al mondo dell’ufficio, dei dipendenti pubblici e non, che non andrebbero importunati con richieste lavorative poco opportune prima delle 9:40. Ora in cui gli zombi mattutini, travestiti da umani dietro una scrivania, prenderebbero coscienza di loro stessi. Prima infatti per loro è buio totale, diremmo tombale, rifacendosi all’ambiente in cui di norma vivono gli zombie.

Già, perché stando ad una ricerca inglese, condotta da una azienda produttrice di cose buone per il mattino, e che ha coinvolto all’incirca 2 mila lavoratori dipendenti, si sarebbe venuti a sapere che di questi, più del 60 per cento, sarebbe inconsapevole di quello che fa dal momento in cui suona la sveglia e si alza fino a quando arriva in ufficio. Ma qui il letargo non finisce: infatti per il 54 dei dipendenti la semi-incoscienza si protrarrebbe anche davanti al pc, acceso ma fissato a lungo, inerti. Insomma quella pagina vuota di un presunto documento word in lavorazione, dovrebbe attendere almeno fino alle 11.22 per trovare la sua massima espressione di creatività. Sarebbe infatti questo il tempo medio in cui il lavoratore-zombi si sveglia completamente e riesce (finalmente) ad essere presente, efficiente e a dare il meglio di sé. Poi il rendimento potrebbe tornare a ricalare, anche se il dato non è certo.

 

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Rapporti umani a rilento. Ma non sarebbe solo una questione di efficienza professionale, perché sempre secondo la ricerca, a risentirne sarebbero pure i rapporti personali. Infatti 6 intervistati su dieci, resterebbero muti, come tombe appunto, almeno fino alle 8:40. Solo dopo lo scoccare di questi minuti, i colleghi potrebbero avvicinarsi agli zombie, osare rivolgere loro la parola, magari con una proposta di caffè che se non risolve il problema, probabilmente qualche cosa fa, dando almeno un po’ più di carica energetica alla mattinata.

Siamo fortunati, perché tutto sommato e nonostante il nostro dormi-veglia, il corpo e il sistema nervoso riescono a funzionare alla perfezione. Dandoci la possibilità, dicono gli esperti, di svolgere alcuni compiti con lucidità e di compiere quelli più abituali senza batter ciglio e prestare il minimo di attenzione. E il fatto che la percentuale di lavoratori-zombie sia così elevata darebbe proprio ragione a questo fenomeno che gli esperti definiscono di "assuefazione", ovvero la ripetitività delle nostre azioni quotidiane consentirebbe di portarle avanti, presumibilmente bene, anche a occhi chiusi, nel vero senso della parola.

Che cosa insegna tutto questo? Che il ritmo biologico, sia che sia lento o rapido, va assecondato e non possiamo imporci forzature che potrebbero causare effetti contrari. Dunque, se siete fra i lavoratori zombie non fatelo sapere al vostro capo e sforzatevi almeno di non sbadigliare.

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