Un incendio appiccato a Mapello ha a che fare con la morte di Stefania Rota?
Più di una persona riferisce di aver visto per lungo tempo una tanica accanto all'auto della donna. Tra suggestioni e nuovi indizi
Era il 3 marzo quando a Mapello un boato e poi un rogo hanno distrutto la vetrata di uno studio tecnico in via XI febbraio. Quello stesso giorno, una donna dice di aver visto una luce accesa nella casa di Stefania Rota. E accanto all'auto della 62enne, trovata morta in casa il 21 aprile scorso a due mesi dalla morte, sembra esserci stata per lungo tempo una tanica, poi sparita.
Indizi o suggestioni?
Si aggiungono elementi sempre più misteriosi e riuscire a capire se hanno a che fare con la morte della donna o sono solo suggestioni è difficile. Tuttavia, questi nuovi indizi potrebbero essere determinanti per risolvere il caso che ormai gli inquirenti non hanno più troppi dubbi si tratti di omicidio.
Dopo il ritrovamento a due passi da casa della Ford Fiesta, che qualcuno però riferisce di aver visto girare anche dopo la morte della donna, le indagini hanno preso nuovo vigore.
Il titolare: «Nessun collegamento»
L'ultimo elemento collegato, quello dell'incendio nella stessa via dell'abitazione della donna, rimane nel limbo. Il Corriere Bergamo riporta come il titolare dello studio preferisca mantenere la riservatezza, ma non si sottragga dal parlare. Alla testata ha riferito: «Quanto successo qui fuori non può avere nessun collegamento con il ritrovamento di Stefania, che conoscevo. Non ha alcun senso, lo escludo. Non mi spiego il gesto dell’incendio, non ho idea di chi possa averlo compiuto».
Tutto quello che non torna
Nel mentre, continuano a mancare borsetta e cellulare (spento ormai dalla metà di febbraio), in casa c’erano schizzi di sangue e il luminol ha rilevato tracce anche sull'auto, la cassetta della posta veniva svuotata quando la donna già non si vedeva più. Tanti elementi che portano sempre più vicini all'ipotesi di omicidio volontario.