Obama ringrazia Putin

Una bella notizia che ieri è passata un po' sottotraccia

Una bella notizia che ieri è passata un po' sottotraccia
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«La Russia è stata d’aiuto, devo essere onesto. Non ne ero sicuro, vista la grande distanza che al momento c’è tra di noi sulla situazione in Ucraina. Putin e il governo russo sono davvero riusciti a tenere separata questa situazione, mi hanno sorpreso. Non saremmo riusciti a raggiungere un compromesso se non fosse stato per la volontà della Russia di rimanere saldamente sulla posizione nostra e del 5+1». Sarebbe interessante chiedere, a chiunque non conosca il proprietario di queste parole, chi sia stato a pronunciarle. Nessuno o pochissimi, c’è da scommetterci, risponderebbero Barack Obama. Anzi, probabilmente questo minuscolo ed eventuale manipolo di coraggiosi si beccherebbe pure sguardi di sufficienza e di presuntuosa indignazione dal tenore: ehi, ma quanto tempo è che non apri un giornale? Ma la risposta giusta, colpo di scena, è proprio il presidente degli Stati Uniti.

Pazzesco, vero? Eppure Obama, in una lunga intervista rilasciata al New York Times a proposito dell’accordo sul nucleare siglato due giorni fa con l’Iran, sembrava tenerci particolarmente ad esprimere la propria gratitudine nei confronti di Putin, che negli ultimi mesi, rispetto a questa scottante questione, ha fatto qualcosa che nessuno riteneva ormai più possibile: ha agito in accordo con il resto del mondo. Ma piano con i processi di canonizzazione: quella vecchia volpe di Vladimir non ha certo agito in prima linea per l’approvazione dell’accordo per improvvisi impeti di solidarietà internazionale. Da questa situazione, infatti, la Russia potrebbe avere molto da guadagnare.

 

Barack Obama

 

Molti gli interessi in gioco. Petrolio, armi, energia: è su questi tre grandi pilastri che Putin ha voluto scommettere nel giocare un ruolo decisivo, come ammesso dallo stesso Obama, nel raggiungimento dell’accordo sul nucleare con l’Iran. Per quanto riguarda il primo, si tratta dello scotto da pagare per arrivare a risultati ben più interessanti. Con la cessazione delle sanzioni, e quindi con il ritorno dell’Iran sul mercato internazionale, il prezzo del greggio avrà un inevitabile crollo: arriveranno sul mercato, infatti, fra i 500 mila e il milione di barili di petrolio in più al giorno, oltretutto da un mercato, quello iraniano, che ha una gran voglia di rivalsa. Maggior concorrenza con in aggiunta un competitore voglioso di rivalsa significa, per forza di cose, calo del prezzo del prodotto (si stima che un barile di greggio scenderà fino ai 45 dollari). Un brutto colpo per il Cremlino, che però ha deciso di accettare in vista di un orizzonte molto redditizio legato alle infrastrutture: l’Iran avrà bisogno di nuovi tubi e trivelle dopo la sosta di questi anni, e perché no anche dell’elettrificazione delle strutture estrattive e distributive: un compito che gli imprenditori russi intendono far proprio con sommo piacere.

In secondo luogo, le armi: perché è vero che la riapertura definitiva del mercato bellico di Teheran avverrà solo fra 5 anni, ma nel frattempo qualcosa si può già cominciare a fare, così da presentarsi poi nel 2020 come suo venditore d’eccezione di armi, e Mosca non vede l’ora di piazzare i propri complessi antiaerei S-300 agli amici mediorientali, che da sempre vedono nella Russia la propria principale fornitrice.

Infine l’energia, il gas per la precisione: l’Iran è ricco di giacimenti, e questo potrebbe far pensare ad un concorrente in più (vedere quanto detto a proposito del petrolio), ma Teheran non è assolutamente pronta al momento per estrarre e distribuire energia, e lo sarà solo nel giro di parecchi anni. Ed è proprio a questo livello che Mosca vuole intervenire fin da subito, occupando a suon di rubli almeno un quarto del territorio potenzialmente donatore di gas dell’Iran e farne una nuova piattaforma di rifornimento, a tinte ovviamente russe.

Mideast Iran Nuclear Talks
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Young Iranian men cheer and show victory sign with a picture of Foreign Minister Mohammad Javad Zarif, reading "Zarif is Mosaddegh of our time," comparing Zarif to Mohammad Mosaddegh, Iran's legendary prime minister during the 1950s who nationalized the country's oil industry, in Tehran, Iran, Tuesday, July 14, 2015. Overcoming decades of hostility, Iran, the United States, and five other world powers struck a historic accord Tuesday to check Tehran's nuclear efforts short of building a bomb. The agreement could give Iran access to billions in frozen assets and oil revenue, stave off more U.S. military action in the Middle East and reshape the tumultuous region. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Mideast Iran Nuclear Talks
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An Iranian woman holds up an Iranian flag as people celebrate a landmark nuclear deal in Tehran, Iran, Tuesday, July 14, 2015. Overcoming decades of hostility, Iran, the United States, and five other world powers struck a historic accord Tuesday to check Tehran's nuclear efforts short of building a bomb. The agreement could give Iran access to billions in frozen assets and oil revenue, stave off more U.S. military action in the Middle East and reshape the tumultuous region. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Mohammad Javad Zarif
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Iran's Foreign Minister Mohammad Javad Zarif, who is also Iran's top nuclear negotiator, center, shakes hands with an official upon arrival at the Mehrabad airport in Tehran, Iran, Wednesday, July 15, 2015. Zarif and his entourage returned to Tehran on Wednesday morning, a day after Iran and the West reached a historic nuclear deal. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Barack Obama
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President Barack Obama answers a question during a news conference in the East Room of the White House in Washington, Wednesday, July 15, 2015. The president vigorously defended the nuclear deal with Iran, casting the historic accord as the only possibility to avert a nuclear arms race in the Middle East and reduce the chances of war. (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)

Mideast Iran Nuclear Talks
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An Iranian woman shows the victory sign as people celebrate on a street following a landmark nuclear deal, in Tehran, Iran, Tuesday, July 14, 2015. Overcoming decades of hostility, Iran, the United States, and five other world powers struck a historic accord Tuesday to check Tehran's nuclear efforts short of building a bomb. The agreement could give Iran access to billions in frozen assets and oil revenue, stave off more U.S. military action in the Middle East and reshape the tumultuous region. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

APTOPIX Mideast Iran Nuclear Talks
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Iranians celebrate following a landmark nuclear deal in Tehran, Iran, Tuesday, July 14, 2015. Overcoming decades of hostility, Iran, the United States, and five other world powers struck a historic accord Tuesday to check Tehran's nuclear efforts short of building a bomb. The agreement could give Iran access to billions in frozen assets and oil revenue, stave off more U.S. military action in the Middle East and reshape the tumultuous region. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Mideast Iran Nuclear Talks
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Iranian women take part in street celebrations following a landmark nuclear deal, in Tehran, Iran, Tuesday, July 14, 2015. Overcoming decades of hostility, Iran, the United States, and five other world powers struck a historic accord Tuesday to check Tehran's nuclear efforts short of building a bomb. The agreement could give Iran access to billions in frozen assets and oil revenue, stave off more U.S. military action in the Middle East and reshape the tumultuous region. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Mohammad Javad Zarif
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Iran's Foreign Minister Mohammad Javad Zarif, who is also Iran's top nuclear negotiator, speaks with journalists on his arrival to Mehrabad Airport in Tehran, Iran, Wednesday, July 15, 2015. Zarif and his entourage returned to Tehran on Wednesday morning, a day after Iran and the West reached a historic nuclear deal. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Tutto sommato, può anche andar bene. Putin, allora, ci ha preso tutti per il naso facendo finta di essere interessato alla diplomazia internazionale? Forse, ma in fondo, tutto sommato, è stata una decisione che potrebbe aprire spazi interessanti per tutti. In primo luogo, una presa di posizione di fronte a tutto il mondo come quella di Obama dalle pagine del NYT genera per forza di cose un clima di maggior distensione, estremamente importante con situazioni spinose come quella dell’Isis (a due passi dall’Iran) e della Grecia (la Russia intende veramente intervenire in aiuto di Atene?). Poi, Putin, da fine stratega quale è, sa molto bene di non potersi giocare la mano tesagli da Obama, fosse anche solo di facciata, poiché si sa che chi piace agli Usa tendenzialmente poi piace pure all’Europa, e chi invece Washington vede di malocchio può star certo di attirarsi le antipatie anche del Vecchio Continente.

Mantenere dunque un clima disteso con l’America, e dunque con tutti, evitando colpi di testa stile Ucraina, sarà la mossa più saggia per Mosca nei prossimi tempi, onde evitare di giocarsi fin da subito partite interessanti che si potrebbero aprire con l’Unione europea (non bisogna dimenticarsi che la Russia è ancora sotto sanzioni). Che poi, chi fa mai tutto per nulla quando in gioco ci sono situazioni come quella iraniana degli ultimi anni? Putin ha fiutato l’affare, Obama lo sa bene, e intende trarne vantaggio, cosicché in un sol colpo ci hanno guadagnato gli Usa, la Russia, il mercato e in parte pure l’Europa. E l'Iran. Mica male, no?

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