cambio di strategia

Vaccinazioni anti-Covid, da giovedì priorità ai Comuni del Sebino: ecco cosa cambia

In provincia di Brescia e in 8 comuni bergamaschi una "zona arancione rafforzata". Si punta a vaccinare quante più persone possibili, Bertolaso: «Garantite comunque le somministrazioni per gli over 80»

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A Brescia «esiste una terza ondata». Per questa ragione il Bresciano e i comuni bergamaschi di Viadanica, Adrara San Martino, Predore, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso andranno praticamente in un semi lockdown. "Una zona arancione rafforzata", che oltre alle restrizioni specifiche della zona arancione prevede: la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado (attività universitarie comprese), il divieto di recarsi nelle seconde case, l’obbligo di utilizzo delle mascherine chirurgiche a bordo dei mezzi di trasporto e dello smart working dove possibile.

«Dobbiamo intervenire immediatamente», ha specificato il responsabile delle vaccinazioni anti-Covid della Lombardia Guido Bertolaso, annunciando in consiglio regionale una parziale rimodulazione della campagna vaccinale. In particolare, le vaccinazioni saranno eseguite prioritariamente nei territori maggiormente colpiti dalla variante inglese del Covid per diminuire fortemente i casi e, di conseguenza anche il livello delle ospedalizzazioni.

Vaccinazioni al via da giovedì nei comuni del Basso Sebino

«Partiremo giovedì (25 febbraio) dalla provincia di Bergamo, dai territori di confine con la provincia di Brescia per poi spostarci nelle altre aree del bresciano – ha spiegato Bertolaso – e allungheremo i tempi tra la prima e la seconda vaccinazione». In ogni caso, per quel che riguarda le vaccinazioni dedicate agli over 80 «non si ridurrà nemmeno di una unità la somministrazione dei vaccini».

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Il cambio in corsa della strategia vaccinale è legata al passaggio dalla logica di «riduzione del danno» a quella di tutela della «sanità pubblica – ha aggiunto - Non possono bastare soltanto i provvedimenti sulla circolazione, bisogna utilizzare tutte le armi a disposizione. E l'arma più efficace è il vaccino. Al contrario dei normali cittadini fra il personale sanitario e gli anziani delle Rsa i contagi non si sono verificati perché sono stati sottoposti alla vaccinazione, anche tra coloro che hanno ricevuto solamente la prima dose».

Regione Lombardia ha infatti chiesto al Ministero della Salute la rimodulazione delle schedule vaccinali per persone che sono state positive al Covid, «in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di 6 mesi della sua somministrazione – ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti -, ipotesi validata da dati di letteratura e esperienze in corso. Una risposta positiva ci consentirebbe di avere più dosi di vaccino». Il modello seguito è quindi quello già adottato in Gran Bretagna e Israele, che pare stia dando risultati più che postivi.

A Brescia incidenza doppia rispetto alle altre province lombarde

Nel corso dell’intervento al Pirellone è stato sottolineato come il Bresciano abbia un’incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto alle restanti province lombarde. Un fattore che ha avuto un impatto notevole anche sul numero delle ospedalizzazioni, sia nei reparti ordinari sia, soprattutto, nelle rianimazioni. «È stato elevato il livello di attenzione da 3 a 4 – ha detto Guido Bertolaso - perché le terapie intensive sono già sotto stress. Per questo Areu sta già trasferendo i pazienti nelle aree limitrofe».

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«Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all'anno scorso in tutto il territorio regionale, tranne che in provincia di Brescia – ha concluso il responsabile della campagna vaccinale -. Questo è il punto che va aggredito immediatamente. Il problema principale, soprattutto in questa provincia, è legato alla circolazione della variante inglese».

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