La strada più attesa

Variante di Zogno allo sprint finale, ma c'è un ultimo dilemma: Anas o non Anas?

L'arteria aprirà il 1 luglio, ma la gestione passerà dalla Provincia all'Anas solo qualche giorno prima e si temono ripercussioni su collaudi e autorizzazioni

Variante di Zogno allo sprint finale, ma c'è un ultimo dilemma: Anas o non Anas?
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di Angela Clerici

La galleria è bianca e asettica come l’interno di un ospedale, silenziosa come una notte in montagna. L’asfalto appare perfetto, liscio come un biliardo. La aspettavamo dagli anni Novanta, la galleria di Zogno, ultimo tassello di quella grande opera che prese avvio dopo la tragica alluvione del luglio 1987 quando le piogge torrenziali fecero straripare il Brembo, la cui furia distrusse pezzi di strada e uccise cinque persone.

Trentaquattro anni dopo, la grande opera si conclude con la strada della Valle Brembana completamente rinnovata, dall’imbocco di Zogno fin su in alta valle. Sono stati costruiti chilometri di gallerie, in particolare da Zogno fino a Piazza Brembana, sono state rettificate curve, rinforzati argini, allargati alcuni tratti stradali, posti paravalanghe e paramassi. La galleria di Zogno doveva venire realizzata a fine anni Novanta, Anas elaborò un progetto, ma poi non si costruì nulla perché ci furono problemi con gli impianti della centrale Enel di Zogno.

In realtà il nuovo tratto di strada, che inizia dopo i ponti di Sedrina e finisce praticamente a San Pellegrino, è composto da due gallerie: la Inzogno di 654 metri e la Monte di Zogno di 2.211 metri; tra una galleria e l’altra si trova un tratto a cielo aperto di 180 metri. A completare l’intervento ci sono due altri chilometri di strada con alcuni svincoli. Il cantiere è coordinato dalla Collini spa, l’impresa di Trento che ha effettuato lo scavo del Parking Fara in Città Alta. L’intero intervento è costato 77 milioni di euro. Se si considera che si tratta di circa quattro chilometri di strada, fa notare un tecnico della Provincia, nemmeno troppi soldi. Perché questa non è una strada tracciata in mezzo alla campagna, in pianura, questa è una strada di montagna, sotto le rocce e tra pendii scoscesi e pericolosi. L’ormai famosa variante di Zogno è provvidenziale per il traffico della valle nelle ore di punta e nei week-end, quando si formano lunghe code lungo la variante (costruita a fine anni Cinquanta, ma ormai una strada che è parte del paese anch’essa) che lambisce il centro storico.

La nuova strada dovrebbe aprire la mattina del primo di luglio. Sono in corso gli ultimi lavori, in particolare si sta posizionando un sistema di paramassi nelle aree esterne alle gallerie. Ma i tempi negli ultimi mesi sono stati rispettati.

A questo punto si teme soltanto qualche possibile inghippo dal punto di vista burocratico. Perché l’Anas dopo vent’anni sta per riprendere il controllo delle strade principali della regione e della provincia. Dal 2001, la maggior parte delle strade statali passò agli enti del territorio; nel 2019 venne stabilito che di nuovo sarebbero state gestite dall’azienda nazionale. Per una ragione molto semplice: le Province erano state svuotate di molti compiti, decisamente ridimensionate. Oggi l’Anas gestisce in Lombardia 900 chilometri di strade; la sola Provincia di Bergamo ne controlla 1.300. Quindi le cose cambieranno nei prossimi mesi, con un bel respiro di sollievo per l’ente di via Tasso, i cui bilanci sono sempre più risicati.

 

Ma per la variante di Zogno esiste un problema: l’Anas potrebbe subentrare nella gestione a pochi giorni dal suo avvio. Le procedure di controllo, di collaudo e certificazione seguite da Regione e Provincia, andranno bene per Anas? Il timore è che possano esserci dei cambiamenti e che quindi l’apertura possa slittare…

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