Si saprà tutto a fine mese

Obama e le armi all'Est Europa Si torna alla Guerra Fredda?

Obama e le armi all'Est Europa Si torna alla Guerra Fredda?
Pubblicato:
Aggiornato:

Armi e uomini dall’America all’Est europeo, per far fronte a nuove avanzate della Russia. È un chiaro monito al presidente russo Vladimir Putin quello che arriva dal Pentagono, ma fischia come un allarme di pericolo sempre più stridente, annunciando venti rigidi da Guerra Fredda. Sarebbero infatti oltre 5mila i soldati americani pronti a partire per i Paesi baltici e per quelli dell’Est Europa che durante gli anni della Guerra Fredda facevano parte del cosiddetto blocco sovietico. Per il momento è solo una proposta, che ha tutto il sapore di una minaccia, ma se il progetto andasse in porto si tratterebbe di un dispiegamento di mezzi militari sul suolo europeo come non se ne vedeva dalla caduta del Muro di Berlino.

 

 

Monito anche agli alleati europei. Il messaggio che sta dietro a una tale decisione sarebbe diretto anche agli alleati dell'Europa occidentale, che sono chiamati a giorni a rinnovare le sanzioni contro Mosca, e che Washington vuole restino impegnati anche sulla possibilità di nuove pene in futuro. Il dispiegamento di mezzi e di uomini che Obama potrebbe ordinare ben presto servirebbe a dimostrare, anche agli occhi di molte capitali europee, l'intransigenza della Casa Bianca nei confronti di un Cremlino che proseguisse sulla strada della politica espansionistica, tesa a restaurare la propria influenza su parte dell'Est europeo.

Obiettivo: difendersi dai russi. A dare notizia dei piani del Pentagono è il New York Times, che spiega come gli Stati Uniti siano intenzionati a difendere i membri dell'alleanza vicini alla frontiera russa. Per il momento si tratta solo di un’idea che non è ancora stata presentata formalmente ai vertici dell’amministrazione Usa, ma le cose dovrebbero presto cambiare in vista del summit dei ministri della Difesa Nato in programma a fine mese a Bruxelles. Se entro quell’occasione sia il segretario alla Difesa Ash Carter sia la Casa Bianca avranno approvato il progetto, l’invio di armi e militari in Europa potrebbe diventare realtà. Il portavoce del Pentagono ha confermato che l’iniziativa è stata richiesta dal comandante supremo della Nato, ed è nata al fine di addestrare le truppe locali, che si sentono da tempo minacciate da eventuali attacchi da parte della Russia, oltre che per rassicurare i partner europei dopo le manovre russe per annettere l'Ucraina, dopo la Crimea.

 

 

I numeri. Secondo i dettagli rivelati dal New York Times, l'equipaggiamento necessario per una compagnia (cioè mezzi pesanti e rifornimenti per 150 soldati) dovrebbero essere inviati in ognuno dei tre Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), mentre l'equipaggiamento per un battaglione (mezzi pesanti e rifornimenti per 750 soldati) sarà inviato in Polonia, Romania, Bulgaria e probabilmente Ungheria. Proprio la Polonia e i Paesi Baltici negli ultimi tempi sono nel mirino di Putin, che più volte ha ribadito come l’Armata del Cremlino potrebbe prendere il controllo di queste terre nel giro di 15 giorni al massimo. Affermazioni che hanno preoccupato gli Stati Uniti, i quali si sono già attrezzati per schierare in pochi giorni almeno 1200 veicoli da combattimento e per fare in modo che nel giro di una notte gli uomini arrivino sul posto dagli States e trovino già le armi a disposizione. Julianne Smith, ex alto consigliere della Difesa alla Casa Bianca, al New York Times afferma che «per la Nato è come un ritorno al futuro».

Presenza simbolica ma potente. Gli esperti militari sostengono che dal punto di vista numerico i piani del Pentagono sono poca cosa a fronte delle truppe russe, che dispongono di jet, forze navali, migliaia di carri armati e potenti mezzi di guerra elettronica come mostrato dagli attacchi di hacker al Bundestag tedesco e ad altre istituzioni occidentali. Ma è la presenza simbolica che fa la differenza.

 

https://youtu.be/uIHCDjnETJQ

 

La risposta, altrettanto minacciosa, di Mosca. Immediata, come prevedibile, la risposta russa. Il generale dell'esercito russo Yury Yakubov, in rappresentanza del Ministero della Difesa, ha affermato che la Russia è pronta a lanciare i micidiali missili Iskander dislocati nell'enclave russa di Kaliningrad qualora gli Stati Uniti o altri Paesi della NATO distribuiranno armamenti, sistemi di artiglieria o altre armi pesanti in Europa orientale e nei Paesi Baltici. Dopotutto si tratterebbe di difendersi. E mentre gli Usa si apprestano a rafforzare la loro presenza militare in Europa dell'est, sale la tensione nel Mar Baltico, dove l’11 giugno scorso un aereo militare russo è volato vicinissimo a  4 navi della Nato.

Seguici sui nostri canali