Un altro lutto

Vertova piange l’ingegner Gabriele Merelli. Era il rettore del locale Museo di Arte Sacra

È morto nei giorni della Settimana Santa, quando la sua comunità avrebbe vissuto la storica Via Crucis. Stimato professionista, seguiva con passione arte e cultura

Vertova piange l’ingegner Gabriele Merelli. Era il rettore del locale Museo di Arte Sacra
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di Giambattista Gherardi (foto in copertina paesemio.eu)

Se ne è andato a soli 68 anni giovedì 9 aprile, nei giorni del Triduo Pasquale, che l’avrebbero visto senza dubbio impegnato, soprattutto per la processione del Venerdì Santo, con il suo particolare e scenografico allestimento. La comunità di Vertova piange la morte dell’ingegner Gabriele Merelli, rettore del locale Museo di Arte Sacra. Conduceva un proprio studio nel settore impianti ed aeroportuale dopo aver conseguito la laurea al Politecnico di Milano ed un Master di specializzazione all’Università Bocconi. Lascia la moglie Anna ed i figli Cinzia, Francesco e Laura.
Gabriele Merelli era una persona dedita all’arte, cultore di maioliche e ferro battuto, ma anche di musica e pittura. Era da alcuni anni rettore del Museo di Arte Sacra di Vertova. «La bellezza dell’arte sacra - affermava un paio d’anni fa in un’intervista - introduce alla bellezza del Creato e del Creatore, inno alla sua benevolenza e preghiera alla sua misericordia. In questo modo vanno contemplate le opere d’arte che i nostri padri ci hanno lasciato e che la Chiesa di Vertova conserva».

Il Museo di Vertova costituisce un unico corpo edilizio con la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, che domina il centro storico. Propone un ricco repertorio di dipinti, sculture e suppellettili sacre, proponendo un percorso diviso in cinque sezioni che si aggiungono alle opere lignee settecentesche dei Fantoni (le statue del Cristo morto e risorto utilizzate per i riti della Settimana Santa) e di Giambattista Caniana, che collaborò alla realizzazione del coro. Nel museo una prima sezione è dedicata ai santi Marco e Patrizio, venerati in parrocchia, e una seconda all’iconografia di Maria, con dipinti del Cifrondi e del Carobbio. Le oreficerie (fra cui un reliquiario del XV secolo) dominano la terza sezione che precede quelle dedicate alla Passione e agli affreschi della Vertova che fu come l’Oratorio della Trinità o il soppresso convento dei Cappuccini.

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