I sunniti sono il 65 percento

Viaggio nell'impero d'oro del Brunei Dove il Natale non può entrare

Viaggio nell'impero d'oro del Brunei Dove il Natale non può entrare
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5 anni di carcere a chi festeggia il Natale, a chi si scambia gli auguri, persino a chi indossa i vestiti di Babbo Natale. Succede nel sultanato del Brunei, ex protettorato britannico e oggi enclave del sudest asiatico dell’isola del Borneo circondata dalla Malesia. Qui il sultano Hassanal Bolkiah, capostipite della quarta famiglia reale più ricca del mondo, ha messo al bando il Natale, festività che potrebbe minacciare la fede dei musulmani. Sembra bizzarro, ma è realtà. Solo i non musulmani, piccola minoranza residente sull’isola, sono parzialmente esenti dalla legge, a patto che festeggino con moderazione, tra di loro, e previa autorizzazione rilasciata dalle autorità locali.

 

 

Paese musulmano sunnita al 65%. In Brunei la maggioranza della popolazione, il 65% dei 420mila abitanti, professa la religione musulmana sunnita e dal 2014 il sistema giuridico islamico (la Sharia) viene applicato a livello nazionale, e include punizioni come lapidazione, frustate e amputazioni. Il Paese applica una versione più conservatrice e rigida dell’Islam rispetto a Malaysia e Indonesia, e nel sultanato è vietata la vendita e il consumo di alcolici, oltre alla pratica di religioni diverse da quella islamica, se non in forma fortemente ristretta.

Chi è il sultano Bolkiah. Il Sultano rappresenta nel Paese anche il più alto custode della religione Islamica. Hassanal Bolkiah, 69 anni, regna in Brunei dal 1967. All’epoca aveva 21 anni. È padre di otto figli, e dal 1965 è sposato con la regina Pengiran Anak Saleha, anche se ha avuto durante questi anni altre due mogli. Abita in un palazzo di 1788 stanze, 257 bagni e un’area verde di 200mila metri quadri. In occasione del suo cinquantesimo compleanno, era il 1996, si dice che avrebbe ingaggiato niente meno che Michael Jackson, alla cifra di 13 milioni di euro, per esibirsi nel suo personale parco giochi, che gli è costato 1 miliardo di dollari e che lascia utilizzare anche ai sudditi. Hassanal Bolkiah è un amante dei sigari e delle auto sportive, il Sultano si dice possieda una collezione privata di Ferrari e macchine lussuose che supererebbe il valore di 300 milioni di dollari. L’altra sua grande passione sono gli aerei: la rivosta Forbes, sostiene che abbia speso una cifra come 100 milioni di dollari per comperare dalla Lufthansa un Boeing 747-43, e ne avrebbe spesi altri 120 milioni per ridecorarlo con oggetti quali un lavandino d’oro e cristallo, e renderlo il prototipo del lusso estremo. Lo scorso anno il figlio minore, secondo nella linea di successione al trono, si è sposato: i festeggiamenti per l'evento sono durati 11 giorni.

 

 

Tiepide proteste contro la sharia. Sempre secondo Forbes il Sultano è un uomo che vale 20 milioni di dollari: controlla infatti una catena di hotel lussuosi. Che però, nell’ultimo anno e mezzo, sono diventati oggetto di boicottaggio di un movimento di protesta contrario all’introduzione della Sharia nel Paese. Proteste che sono sbarcate anche sulla rete dopo il divieto a celebrare il Natale: molti utenti dei social network, all’hashtag #MyTreedom, hanno postato foto a tema natalizio. Tuttavia, gli alti standard di vita del Paese, dovuti all’abbondanza di petrolio, rendono tiepidi gli antagonismi. Il Brunei, infatti, è il secondo Paese più ricco del sud est asiatico, con un reddito pro capite di 31mila dollari.

 

 

Come si vive in Brunei. Nel sultanato, infatti, vengono prodotti oltre 180mila barili di greggio ogni giorno, e gran parte del Pil annuo si fonda sulle esportazioni di gas e petrolio. Il 96% dell’export proviene da greggio e derivati, ed è proprio grazie a queste abbondanti entrate in valuta estera che il Paese si può permettere di avere un sistema fiscale estremamente vantaggioso, dove non esiste un’imposta sulle persone fisiche. Non ci sono tasse nemmeno sul capital gain e il segreto bancario è quasi invalicabile. La benzina costa meno di 50 centesimi al litro.

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