Vicook saluta la Villa Reale di Monza: «Costretti a lasciare in modo affrettato. Un rammarico»
L’avventura della società, guidata dalla famiglia Cerea e da Corrado Leoni, si è chiusa con la rescissione anticipata e forzata del contratto il 4 gennaio al posto della data prevista del 31 dicembre 2021

Si è chiusa con la rescissione anticipata e forzata del contratto il 4 gennaio, al posto della data prevista del 31 dicembre 2021, l’avventura di Vicook all’interno della Villa Reale di Monza. Dopo mesi di investimenti l’azienda di ristorazione guidata dalla famiglia Cerea, tre stelle Michelin con il ristorante “Da Vittorio”, e da Corrado Leoni è costretta a salutare la piazza brianzola e con non poco «rammarico per come sono andate le cose».
«Ci vediamo costretti a lasciare Monza, almeno temporaneamente, in un modo affrettato e sgradevole che non ci appartiene - si legge in un messaggio pubblicato su Facebook dall’amministratore unico Leoni -. Ci dispiace molto. Questo progetto stava crescendo: abbiamo registrato numeri incoraggianti di presenze nonostante la chiusura per gran parte dell’anno dovuta alla pandemia. È stato un percorso condiviso con i cittadini di Monza; davvero, mi sento di ringraziarli tutti: ci hanno dato fiducia. Sarebbe bello poterli accogliere nelle sale della reggia con lo stesso entusiasmo con cui li abbiamo serviti per più di un anno».
Vicook, che a Villa Reale ci era arrivata nel 2019, ha gestito in questi mesi il restaurant bistrot con dehors estivo, il bar e il catering, supportata dalla casa madre “Da Vittorio”, che offriva, nelle sale al piano superiore, il suo prestigioso servizio banqueting. La situazione ereditata, figlia di un succedersi di gestioni differenti, poneva molti punti di criticità e richiedeva interventi importanti in termini di operatività, staff impiegato, energie spese, interventi e migliorie realizzati. Vicook e la famiglia Cerea hanno preso parte al progetto in prima persona, mettendo in campo nome, immagine, investimenti economici e competenze professionali.
Anche per questa ragione c’è rammarico anche nelle parole della famiglia Cerea, che ha fortemente desiderato prendere parte al rilancio della Villa. «È un peccato che un bene tanto prezioso non riesca a splendere in tutta la sua meraviglia, che si inciampi in questioni burocratiche e politiche. Sarebbe bello poter dialogare con qualcuno che abbia una visione aperta e delle intenzioni sincere, operative, condivise. Sembra invece che tutti stiano alla finestra e nessuno desideri prendere la situazione in mano, marcare un’apertura, creare l’occasione per un rilancio. Noi abbiamo ancora tanto da dire e da fare, ci crediamo come ci abbiamo creduto un anno fa. Siamo qui, aspettiamo».