i dati della questura

Violenza di genere: nel 2021 a Bergamo 295 maltrattamenti in famiglia, 78 abusi sessuali

Aumentano i casi di stalking (+21%). Venerdì e sabato, a Curno e in Porta Nuova, la Polizia distribuirà opuscoli e raccoglierà segnalazioni

Violenza di genere: nel 2021 a Bergamo 295 maltrattamenti in famiglia, 78 abusi sessuali
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Nel 2021, nella sola provincia di Bergamo, gli episodi legati a maltrattamenti familiari sono cresciuti del 5 per cento: ne sono stati accertati nel complesso 295, per i quali sono stati arrestati 41 uomini, mentre 340 individui sono stati denunciati. Altre 78 donne sono state invece violentate sessualmente e, in due casi, i responsabili sono stati arrestati. Non ci sono stati, invece femminicidi, a fronte dei tre avvenuti nel 2020.

Sempre nella nostra provincia, quest’anno, si sono registrati 159 casi di stalking, per i quali sono stati arrestati 13 uomini e denunciati in stato di libertà altri 168 indagati. Rispetto all’anno scorso questa tipologia di reati è cresciuta del 21 per cento. Questi dati sono stati resi noti oggi (martedì 23 novembre) dalla Questura di Bergamo in vista della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, che ricorre giovedì 25 novembre.

Ad oggi in Italia, secondo l’ultimo report elaborato dalla direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, si stima che 89 donne siano vittime ogni giorno di atti persecutori e abusi psicologici, fisici e sessuali commessi nella maggior parte dei casi da mariti e compagni violenti. Un’analisi che fotografa una realtà intrisa di dolore, ma anche di speranza e riscatto perché sempre più donne provano a fermare la violenza.

In un tale contesto, anche la Questura di Bergamo organizzerà diverse iniziative per far conoscere gli strumenti di prevenzione ad oggi esistenti e sensibilizzare i cittadini in merito a questo tema delicato. In particolare le donne e gli uomini della Questura, con l’aiuto di psicologhe messe a disposizione del Coordinamento sanitario per le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna della Polizia di Stato, saranno presenti venerdì (26 novembre) dalle 14.30 alle 19.30 al centro commerciale di Curno e sabato (27 novembre) in largo Porta Nuova, a fianco della chiesa di Santa Maria delle Grazie, per fornire le informazioni sulle azioni di contrasto e prevenzione alla violenza di genere.

Nell’occasione, saranno distribuiti gli opuscoli informativi realizzati dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato con la campagna “Questo non è amore” e, sfruttando la riservatezza di un camper, gli agenti potranno raccogliere segnalazioni da parte di eventuali vittime o anche di semplici testimoni.

«Rinnovo l’invito a denunciare ogni episodio di violenza – commenta il questore Maurizio Auriemma -. Solo così, infatti, si può tentare di arginare un fenomeno che rappresenta ancora oggi una vera e propria emergenza sociale. Nel fare ciò è essenziale il contributo e la collaborazione di tutti, non solo delle vittime di violenza, ma anche di possibili testimoni».

L’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Bergamo ha effettuato nel capoluogo oltre 250 interventi per liti e aggressioni in ambito familiare, tutte censite nell’applicativo Scudo, che consente di tenere traccia dei casi pregressi, così da procedere tempestivamente all’arresto nei casi di flagranza di reato.

Sulla scorta delle relazioni di intervento delle forze di polizia della provincia, la divisione Anticrimine ha istruito diversi casi che hanno portato all’emissione di 7 ammonimenti del questore per atti persecutori e 30 per violenza domestica. Grazie ai protocolli sottoscritti tra la Questura, l’associazione “La svolta” ed il Centro italiano per la promozione della mediazione di Bergamo, i soggetti ammoniti sono stati avviati alla frequenza di percorsi di recupero. Solo 3 dei 34 maltrattanti che hanno aderito ai colloqui psicologici, hanno reiterato condotte violente.

Inoltre, sempre su proposta dell’Anticrimine, è stata applicata dal tribunale di Brescia la sorveglianza speciale di un anno nei confronti di un soggetto ritenuto pericoloso nell’ambito dei reati di violenza domestica e di genere, disponendo, tra le prescrizioni, il divieto di avvicinamento alla vittima.

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