E poi ci sono gli acari...

Visto che è il momento delle pulizie ecco qualche curiosità sulla polvere

Visto che è il momento delle pulizie ecco qualche curiosità sulla polvere
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Ineliminabile, imprendibile, insidiosa, sfuggente, quasi invisibile, volatile: sono alcune caratteristiche che potremmo attribuire alla polvere. Ne manca però ancora una: è ubiquitaria. Perché essa si trova e si insinua ovunque, in luoghi "umani", come le nostre narici (facendoci starnutire a più non posso), dentro casa sopra e sotto i mobili, ma anche in luoghi "naturali", polverizzandosi dalla terra in minuscole particelle, trasportate poi dal vento chissà dove. La vera essenza della polvere è una: di essa non ce ne possiamo liberare, anche se ci armiamo di buona volontà, di panni o di ogni altro stratagemma. La polvere ritorna, sempre. E non è davvero un caso...

 

[La prima aspirapolvere della storia]

 

La "polverosa" scoperta. A chi si deve l’aver portato a conoscenza del mondo la polvere? Si dice che il primato spetti ad Antonie van Leeuwenhoek, un naturalista olandese, che un giorno, intento a osservare al microscopio alcuni oggetti appartenuti alla famiglia, li vide avvolti da una strana copertura formata da minuscoli animaletti. Acari della polvere? Presumibilmente. Da allora, per molti e soprattutto per gli allergici, i guai hanno cominciato a materializzarsi.

Anche gli acari crescono. Non tanto in numero, sebbene anche questo sia vero, quanto nella specie. Gli acari, gli antipaticissimi abitanti della polvere contro cui abbiamo ancora minori probabilità di vittoria che sui granelli, sembrano essersi evoluti nel corso del tempo rispetto alla loro natura originaria, tramutandosi da parassiti che inizialmente vivevano sui corpi dei loro ospiti a quelli che sono oggi, almeno così affermerebbe uno studio del 2013.

L’invenzione. C’è chi ha provato a darci una mano per liberarci della polvere inventando l’aspirapolvere. La genialità è stata di Hubert Cecil Booth, un ingegnere inglese che nel 1901 brevettò uno dei primi modelli motorizzati, chiamato "Puffing Billy", come la nota locomotiva a vapore. Pare gli assomigliasse nell’emissione dei rumori e nelle dimensioni: enorme e funzionante a benzina, doveva essere parcheggiata in giardino e trainata da cavalli per essere mossa. Come svolgeva il suo compito aspirante? Con enormi tubi flessibili che dovevano essere introdotti in casa attraverso porte e finestre.

 

 

Un bagno all’asciutto. Già, c’è chi ama invece che rilassarsi in una pozza d’acqua, lavarsi a secco. Immergendosi in un "bagno di polvere". Chi sono costoro? Alcuni animali, prevalentemente mammiferi e uccelli, che oltre a una pratica igienica e di pulizia ne fanno un vero e proprio rituale sociale. Tra questi i polli o le galline in gabbia, come se questo atto, da solo, le aiutasse a sentirsi migliori, più pulite.

Una tempesta di sabbia. Le tempeste di polvere, fortunatamente, qui in Italia non abbiamo mai avuto modo di vederle. Ma se vi recaste nei deserti il fenomeno è molto diffuso. E la tempesta di sabbia, vento e polvere acquista anche nomi particolari a seconda del luogo in cui si verifica, come "haboob" in Sudan o "khamsin" in Nord Africa.

La produzione di polvere. C’è un bacino di altissima produttività: è la Depressione di Bodélé. Si trova nel deserto del Sahara meridionale, in Ciad, è un antico lago e si dice sia la fonte più importante di polvere. Dal potere fertilizzante, un po’ speciale: infatti i contenuti di ferro e fosforo di questa polvere "nutrono" il terreno della foresta pluviale amazzonica, che ne è arido e privo.

La polvere è nociva per l’uomo. Lo è per gli asmatici e gli allergici che della polvere potrebbero subire importanti conseguenze, anche letali nei casi estremi. Ma lo è anche per alcune categorie professionali che vivono in costante contatto con essa: i minatori, che potrebbero sviluppare alcune specifiche malattie associate alla polvere di carbone tra cui la silicosi, polmone nero scientificamente nota come pneumoconiosi e o altre condizioni, o coloro che lavorano l’amianto che, polverizzato, potrebbe essere causa di mesotelioma pleurico. Ne è un esempio anche il caso italiano: quasi 260 morti tra il 1989 e il 2014 tra i lavoratori di Eternit per avere respirato amianto.

 

 

Ci sono le autostrade della polvere. La principale è quella che dal Ciad muove verso l'Amazzonia, ma non è l'unica. C’è un’altra superstrada che trasporta polvere: va dal deserto del Gobi, attraversa la Cina e arriva la Pacifico centrale. La Nasa, utilizzando una rete di sensori robot, è riuscita a definire queste vie della polvere e a monitorare il movimento delle particelle, scoprendo che rimangono nell’aria solo per quattro o sette giorni. Ma in questo lasso di tempo possono percorrere migliaia e migliaia di chilometri, come attesterebbero le enormi distese attraversate.

La polvere cosmica. C’è anche lei ed è costituita dall’insieme di minuscoli granelli che andranno poi a formare nuove stelle e pianeti, ma che talvolta possono cadere anche sulla Terra.

Il "Dust Bowl". Detto in italiano la “Conca di polvere”: è stato un disastroso fenomeno accaduto negli Stati Uniti l'11 maggio 1934, quando una massiccia tempesta di sabbia alta più di tre chilometri, percorse oltre tremila chilometri prima di abbattersi e colpire la costa orientale degli Stati Uniti. Tutta l’area fu avvolta da una fitta nebbia di terra per più di cinque ore.

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