La posizione della Curia

Volevano “riparare” il Pride È diventato uno spot a favore

Volevano “riparare” il Pride È diventato uno spot a favore
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Alla fine il Bergamo Pride si farà (domani, sabato 19 maggio, con partenza dal piazzale della Malpensata alle 15), mentre la veglia di riparazione con adorazione eucaristica organizzata dal Popolo della Famiglia di Bergamo e supportata dal Movimento per la Vita Val Cavallina, dall’Intercomunione Bergamo/Brescia, dai Circoli “La Croce” Bergamo e dal Movimento “Preghiera delle Mamme”, no. Lo ha reso noto lo stesso Popolo della Famiglia con un comunicato diffuso nei giorni scorsi e arrivato in seguito alle polemiche sollevate dall’annuncio della preghiera che si sarebbe dovuta tenere presso la Chiesa del Convento dei Cappuccini di Bergamo la sera del 21 maggio.

La lettera dell'assessore. In particolare, l’assessore all’Innovazione di Palazzo Frizzoni Giacomo Angeloni si era esposto molto chiaramente contro l’iniziativa attraverso una lettera aperta pubblicata su Bergamonews e nella quale spiegava come quella veglia di riparazione rischiasse di rovinare «un clima di dialogo e rispetto reciproco instaurato tra la diocesi e le organizzazioni promotrici del Gay Pride, le quali si sono mostrate sensibili e attente nel valutare la data dell’evento, in modo da non creare sovrapposizioni con la peregrinatio del Papa Buono (in programma in città dal 24 al 27 maggio, prima di continuare a Sotto il Monte, ndr)».

 

 

Cambiando una parola... Apparentemente, dunque, il Popolo della Famiglia avrebbe deciso di fare un passo indietro annullando l’iniziativa onde evitare inutili tensioni. Una versione, però, che è stata smentita dal Padre superiore del Convento dei Cappuccini in una breve intervista rilasciata al Corriere Bergamo, nella quale ha dichiarato: «Non ero stato informato del fatto che fosse cambiata la dicitura dell’evento che, anziché “in occasione”, è diventato “di riparazione” al Pride. Questa denominazione ha creato delle polemiche che ci hanno fatto fare un passo indietro e abbiamo ritirato la nostra disponibilità». A quanto pare, quindi, quella del Popolo della Famiglia è stata una scelta imposta dall’alto più che un dietrofront.

E dalla curia? Dalla Curia di Bergamo tutto tace, ma spifferi riferiscono che l’idea di una preghiera di riparazione per il Pride non sia mai piaciuta ai piani alti e, anzi, sono state diverse le pressioni affinché si evitasse l’iniziativa. Una versione che, in parte, viene confermata da Massimo Dal Passo, membro del coordinamento provinciale del Popolo della Famiglia e candidato al Parlamento alle scorse elezioni del 4 marzo. «Concretamente, stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo – dichiara Dal Passo –. Da un giorno all’altro non ci è stata più concessa la chiesa per la preghiera. Adesso vogliamo fare chiarezza».

 

 

Gli organizzatori di Bergamo pride. In tutto questo, le due associazioni promotrici del Bergamo Pride, ovvero “Giù la maschera” ed “Educare le differenze per combattere l’odio”, sono rimaste sullo sfondo, in silenzio. «Ovviamente la cosa non ci ha fatto piacere – commenta Cecilia Riva di “Giù la maschera”, tra gli organizzatori del Pride –. Ma la cosa ci toccava poco in concreto. Al nostro interno abbiamo molte persone credenti, io stessa sono credente, quindi non capisco una visione così chiusa. Basti pensare che l’associazione bergamasca di credenti Lgbt “Creta” ha organizzato, con la Chiesa valdese di Bergamo, una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia, a dimostrazione di come la religione non sia per forza contro iniziative come...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 24 maggio. In versione digitale, qui.

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