La protesta di Semperboni, vicesindaco di Valbondione, contro Gallera: «Chiedo giustizia»
L'amministratore ha perso il padre a causa del Covid, come molti bergamaschi. Per questo ha atteso l'assessore fuori dalla Procura e ha mostrato tutto il suo dissenso: «Non dico che mio padre dovesse guarire, ma che potesse almeno morire con dignità»
Ad attendere Giulio Gallera ieri pomeriggio (28 maggio) fuori dalla Procura di Bergamo, c’era anche Walter Semperboni, vicesindaco di Valbondione, che indossando la fascia tricolore ha chiesto le dimissioni dell’assessore regionale al Welfare. «Non ha mai risposto alle mie domande - ha detto rivolgendosi direttamente a Gallera -. Chiedo giustizia come amministratore e cittadino».
Semperboni, esponente del centrodestra, è stato toccato in prima persona dal Coronavirus. Sui social ha raccontato la triste vicenda di suo padre, deceduto dopo aver contratto il Coronavirus ed essere stato ricoverato all’ospedale di Piario: «Tutti parlano di Alzano ma anche a Piario il primo marzo nessuno tra infermieri e medici indossava la mascherina e i guanti. La situazione era insostenibile, nel pronto soccorso eravamo tutti accalcati».
«Finché la politica nominerà i direttori generali noi saremo sempre in una situazione insostenibile - si è sfogato il vicesindaco con i giornalisti lì presenti -. Lo dico a Gallera ma ancor di più al presidente Fontana, che non dovrebbe permettersi di dire che dorme sonni tranquilli. Mio papà dorme sonni tranquilli, ma per la loro incapacità non per il virus. Non si sveglierà più. Non dico che mio padre dovesse guarire, ma che potesse almeno morire con dignità».