Una proposta valida anche per l'Italia?

I numeri dello spreco alimentare e la legge francese per contrastarlo

I numeri dello spreco alimentare e la legge francese per contrastarlo
Pubblicato:
Aggiornato:

Arriva dalla Francia un importante passo verso l’azzeramento degli sprechi alimentari. Grazie alla spinta del consigliere comunale Ump di Courbevoie Arash Derambarsh, la Camera ha approvato un’apposita legge, che salvo sorprese al Senato dovrebbe divenire efficace nel giro di poco tempo. Derambarsh, poche settimane fa, aveva lanciato su internet una petizione affinché il Governo affrontasse legislativamente il problema degli sprechi alimentari, raggiungendo in breve tempo 200mila firme. Vista la grande attenzione mediatica che questa petizione aveva sollevato, il Presidente Hollande ha deciso di incontrarlo, e da lì è nato l’iter politico che ha portato all’approvazione della legge, giovedì scorso.

Cosa prevedono le nuove norme. Il testo della nuova legge, denominata “Loi Macron”, obbliga tutti i supermercati di almeno 400 mq a non buttare via il cibo in prossimità di scadenza o fresco del giorno ma non acquistato. Solitamente, infatti, questi alimenti vengono cosparsi di candeggina in modo da divenire inutilizzabili, e successivamente buttati. Le nuove norme costringeranno i supermercati a stipulare accordi e convenzioni con ong ed enti no-profit che si occupano di distribuzione di alimenti ai meno abbienti. Per quanto riguarda invece i prodotti irrimediabilmente avariati, i legami dovranno essere stipulati con consorzi agricoli, così da trasformare il cibo non più commestibile in compostaggio da campo o in energia, attraverso processi di metanizzazione. E tutte quelle aziende di distribuzione che non si dovessero allineare a queste norme rischieranno multe fino a 75mila euro nonché fino a due anni di carcere per i responsabili.

 

spreco alimentare supermercato

 

Il progetto funziona già. A certificare che queste nuove regole offrono realmente una soluzione agli sprechi alimentari, è già stato sviluppato, a Courbevoie, un progetto di riutilizzo degli alimenti, secondo i dettati della nuova legge, con un supermercato Carrefour locale. I risultati sono stati ottimi, e questo piccolo successo ha dato l’abbrivio decisivo all’approvazione della legge.

Tutti favorevoli, o quasi. La vicenda ha suscitato grande approvazione in tutta la Francia, tanto negli ambienti politici quanto in quelli sociali, ma c’è anche qualcuno che ha espresso pareri negativi. Soprattutto tra le aziende della grande distribuzione, c’è già chi solleva dubbi, in particolare sulla mancanza di dotazioni da parte delle associazioni per conservare e distribuire in tempi utili i prodotti donati. Molte ong non hanno celle frigorifere o personale sufficiente, ed eventuali allestimenti comporterebbero costi che associazioni no-profit non hanno la possibilità di accollarsi. Il rischio è che il cibo donato vada comunque perso. A criticare la decisione del parlamento è stata anche la Federazione del Commercio e della Distribuzione: «La legge è sbagliata, solo il 5 percento del cibo sprecato arriva dai supermercati e dalla grande distribuzione. Oltre metà degli alimenti non consumati e buttati nella spazzatura viene infatti dalle famiglie». Non a caso, tra le misure approvate dal Parlamento, ci sono anche una serie di indicazioni per realizzare un programma di educazione alimentare che coinvolgerà i francesi sin dai primi anni di scuola, così da creare un circolo virtuoso che coinvolga sia gli ambienti commerciali che quelli privati. L’obiettivo dichiarato, è quelli di dimezzare gli sprechi alimentari in Francia entro il 2025.

 

spreco_alimentare_cibo_buttato

 

Gli sprechi di cibo nel mondo. Al di là delle polemiche circa le nuove regole francesi, di sicuro non si può far finta che lo spreco di alimenti non sia un problema grave e che necessita di essere adeguatamente affrontato. Nella sola Francia, ad esempio, si è stimato un quantitativo pro capite di 30 chili di cibo buttato all’anno, per un valore di circa 20 miliardi di euro. Dei 670 milioni di tonnellate di prodotti alimentari gettati via in tutto il mondo, a fronte del miliardo e 300 milioni prodotti per il consumo umano, 89 milioni si riferiscono all’Europa, più di un milione all’Italia. Nel nostro Paese, il valore degli sprechi alimentari è stato quantificato in 7 miliardi e mezzo di euro: un dato che deve far pensare, dunque, non solo moralmente ma anche economicamente. D’altra parte, pressoché da nessuna parte nel mondo esistono vere e proprie leggi che facciano fronte a questo problema. Tutt’al più sono stati redatti delle sorte di decaloghi, dall’efficacia nulla, a cui ogni buon cittadino dovrebbe attenersi, come quello presentato dal Ministro Galletti in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente nel giugno 2014. Per il momento, tutto lo sforzo è affidato esclusivamente ad associazioni onlus caritatevoli (in Italia, ad esempio, il Banco Alimentare Onlus o Last Minute Market), che però non sono ancora minimamente sufficienti.

Seguici sui nostri canali