La scoperta olandese

Yoga, un toccasana per il cuore Lo assicurano gli scienziati

Yoga, un toccasana per il cuore Lo assicurano gli scienziati
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Si pensa allo yoga come una pratica utile soltanto ad alleviare tensione e stress, a imparare a gestire meglio la respirazione e a trarre benefici piscologici. Niente di più sbagliato: perché, in relazione ai risultati emersi da uno studio condotto dall'Erasmus University Medical Center di Rotterdam (in Olanda) e pubblicato sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology, lo yoga proteggerebbe anche la salute del cuore.

Fare yoga è come fare sport. Non ci sono scuse, neppure per i sedentari più incalliti. Perché, per loro, si profila all’orizzonte la possibilità di praticare un po’ di “moto immobile”, ma con benefici altrettanto efficaci e pari a quelli ottenibili dall’attività fisica aerobica, grazie – appunto – a allo yoga. Questa disciplina, giunta in Italia dall’India, apporterebbe infatti, se praticata con costanza, gli stessi vantaggi di 150 minuti di movimento settimanale, ovvero di una camminata veloce quotidiana o di una passeggiata in bicicletta. Con risvolti salutistici sull’intero organismo ed in particolare sul cuore, da cui allontana il rischio di malattie cardiovascolari.

 

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A queste conclusioni sono giunti alcuni ricercatori olandesi e americani dopo aver revisionato 37 studi precedenti sui benefici della pratica yoga nelle sue diverse asana (posture), che avevano coinvolto circa 3 mila persone. I risultati, a detta degli esperti, sono stati chiari: rispetto alla totale assenza di attività fisica, anche la tranquillità dello yoga è in grado di ridurre alcuni fattori di rischio importanti per il cuore, come l’indice di massa corporea, il peso, la pressione massima e minima, la frequenza cardiaca, il colesterolo totale, con una diminuzione di quello cattivo (LDL) ed un aumento di quello buono (HDL).

Farmaci e yoga. Sono il mix ideale per proteggere il cuore. Gli indici di rischio sono infatti ulteriormente migliorabili, ovvero riducibili, se alla pratica yoga si uniscono anche le statine, la terapia di elezione per il trattamento dell’ipercolesterolemia, o altri farmaci con lo stesso scopo. Secondo i ricercatori questo effetto potrebbe essere imputabile all’impatto positivo dello yoga sulla riduzione dello stress, che porta ad un miglioramento dello stato neuroendocrino e delle funzioni metabolica e cardio-vagale.

Da cui l’indicazione a valutare questa disciplina quale trattamento complementare alla più tradizionale terapia farmacologica con molteplici vantaggi economico-sanitari: un potenziale buon rapporto costo-efficacia, nonché una strategia di prevenzione a basso costo che non richiede attrezzature costose. Quindi accessibile e proponibile ad una vasta fetta di popolazione, sempre più in crescita per l’allungamento della vita media, e che potrebbe trarne beneficio: anziani, pazienti portatori di disturbi cardiaci preesistenti, coloro che convivono con dolori muscoloscheletrici o articolari, o ancora pazienti con una più bassa resistenza alla fatica fisica.

 

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Perché fa bene al cuore. Le evidenze degli effetti benefici dello yoga sulla salute cardiovascolare in letteratura sono numerose, tuttavia rimane ancora da chiarire la spiegazione fisiologica di questi effetti, ovvero la relazione dose-risposta offerta dallo yoga, confrontata con quelli dell’esercizio fisico  tradizionale e dei farmaci.

Benefici - sembrerebbe - estendibili anche al post-evento: uno studio della Emory University School of Medicine di Atlanta, negli Stati Uniti, dimostrerebbe infatti che, accanto alle terapie tradizionali a base di farmaci, lo yoga è riabilitativo: facilita cioè un migliore recupero del cuore ed in breve tempo. Otto settimane di pratica sarebbero sufficienti per ridurre lo stato infiammatorio conseguente all´arresto cardiaco, arrivando a  modificare i livelli nel sangue di alcuni indicatori collegati all´arresto cardiaco e i livelli extracellulari di un importante enzima antiossidante. Il tutto a favore di un miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

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