Zona rossa in Val Seriana, perché ci stanno mettendo tanto a decidere se imporla o meno
A Roma si sta pensando come salvaguardare l'attività di aziende di grande rilevanza presenti sull'asse Alzano-Nembro-Albino pur tenendo conto della situazione sanitaria preoccupante
di Andrea Rossetti
È facile dire di vivere tranquillamente quando non si ha una spada di Damocle che pende sopra la propria testa. Non stupisce, dunque, che gli abitanti della Media Val Seriana, in particolare di Alzano e Nembro, stiano vivendo questi giorni col fiato sospeso. Oltre alla preoccupazione per il Coronavirus, c'è anche il rischio della possibile "trasformazione" in zona rossa. Una decisione era attesa per ieri, 4 marzo: lo aveva annunciato la Regione, il ministro della Salute Speranza è salito a Milano per parlare anche di questo e il Governo, a Roma, ha lavorato a nuove misure (nazionali) di contenimento del contagio. Poi, però, il nulla di fatto.
I fatti. L'assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha più volte sottolineato come la situazione, in quella zona della Bergamasca, sia difficile: i contagi salgono e le persone infette sono molte. L'attenzione si è spostata dal lodigiano alla Val Seriana. La Regione è stata chiara nel dire che a decidere per un inasprimento delle misure restrittive debba però essere il Governo. E se ci si attendeva una decisione, positiva o negativa che fosse, nella serata di ieri, in realtà tutto è slittato ai prossimi giorni, probabilmente al fine settimana come hanno sottolineato anche Claudio Cancelli e Camillo Bertocchi, rispettivamente sindaco di Nembro e di Alzano.
L'Istituto superiore di sanità è d'accordo. Sia alla Rai che a Sky, Gallera, la mattina di oggi (5 marzo), ha dato il quadro della situazione per quanto riguarda una nuova zona rossa: la Regione ha dato il suo assenso e lo ha fatto dopo che l'Istituto superiore di sanità, analizzati i dati in suo possesso e studiata la situazione, s'è espresso in maniera favorevole all'ipotesi. «Una zona rossa in Bergamasca sarebbe opportuna - ha confermato Gallera -, anche noi siamo di questa idea, ma la decisione finale tocca al Governo».
Il problema economico. Perché, allora, ci si sta mettendo così tanto tempo? Non tanto a imporre una zona rossa, quanto a dare una risposta chiara e definitiva: sì o no. Cosa sta frenando la decisione? Probabilmente a pesare è l'alta concentrazione di grandi aziende presente nell'area in questione. La zona rossa istituita nel lodigiano, infatti, "abbraccia" un bacino di cittadinanza più ampio (cinquantamila circa contro le venticinquemila persone circa presenti nell'area bergamasca considerata), ma presenta un tessuto economico meno stratificato. Ci sono aziende anche lì, ma meno e meno grandi rispetto a quelle presenti in Val Seriana. Persico, Acerbis, Scorpion Bay, Fassi Group, Nicoli Trasporti, Polini Motori: sono solo alcune delle realtà economiche presenti sull'asse Alzano-Nembro-Albino e che operano non solo in Italia, ma in tutto il mondo. L'imposizione di una zona rossa, per loro, sarebbe un vero problema, così come per il tessuto economico locale, tant'è che i primi cittadini dei Comuni coinvolti si sono espressi chiaramente, sebbene si rendano perfettamente conto della necessità di tutelare la salute pubblica.
Cosa dovrebbe prevedere il provvedimento. Che fare, dunque? Stando alle indiscrezioni che giungono da Roma (e che confermano quanto riportato dal Corriere), sembra che il Governo stia studiando una misura più rigida dell'attuale zona gialla, ma meno pesante della zona rossa (che, ricordiamo, prevede il divieto di ingresso e uscita dai territori, la chiusura di negozi e uffici pubblici esclusi quelli per beni e servizi di prima necessità e sospensione di ogni tipo di attività). Un provvedimento che cerchi di equilibrare la necessità di tutelare la salute pubblica con quella di salvaguardare il lato industriale ed economico. Se il Governo dovesse optare per una decisione in tal senso, emanerà un Decreto, che verrà trasmesso alla Prefettura. Questa contatterà i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine e delle istituzioni per applicare nel concreto i dettagli del provvedimento, sia per quanto riguarda l’aspetto sanitario che per quello dell’ordine pubblico. Solo allora, una volta messo a punto il centro di coordinamento, si passerà ai fatti. Più passano le ore e più sembra probabile, comunque, che l'eventuale provvedimento riguardi soltanto l'area di Alzano e Nembro e non anche la città.