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A Gandino sono i giorni del Triduo: splende in Basilica la Raggiera dei maestri Caniana

Da sabato 4 a lunedì 6 marzo solenne celebrazioni ai piedi del monumentale apparato settecentesco

A Gandino sono i giorni del Triduo: splende in Basilica la Raggiera dei maestri Caniana
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di Giambattista Gherardi

Un intenso momento di fede e devozione, ma anche un’opportunità unica per ammirare un tesoro artistico senza eguali. Da sabato 4 a lunedì 6 marzo la comunità parrocchiale di Gandino celebra il Sacro Triduo dei Morti, che il calendario colloca alla seconda domenica di Quaresima, nell’ambito di un calendario cadenzato che unisce in questo periodo le parrocchie della Valle. Da segnalare sono infatti (con apparati più o meno importanti) anche i Tridui di Cazzano Sant'Andrea (due domeniche prima di carnevale), Leffe (una domenica prima di carnevale), Barzizza (ora nel mese di novembre ma anticamente la domenica di carnevale), Peia e Vall'Alta di Albino (la prima domenica di quaresima), Vertova e Cirano (la terza domenica di quaresima) e Casnigo (la quarta domenica di quaresima).

A caratterizzare le celebrazioni gandinesi è l’imponente, maestosa Raggiera allestita in Basilica nelle ultime settimane grazie al lavoro di un’articolata squadra di volontari. La raggiera è larga 5,6 metri ed è posta a un'altezza di 11 metri. Fu elettrificata nel 1928: fino ad allora le candele erano di cera e nei raggi ardevano lumi a olio che appositi incaricati accendevano manualmente durante le funzioni. Completa l'addobbo un grande postergale (drappo che chiude la parte posteriore della raggiera coprendo l'impalcatura che la sostiene), oggi in damasco rosso, ricordo del manto purpureo con cui fu rivestito Cristo durante la passione. L'originale era a righe gialle e rosse in seta.

Il disegno dell'originario apparato di Donato Fantoni, poi sostituito dalla Raggiera dei Caniana

Il primo grande apparato gandinese venne realizzato da Donato Fantoni nel 1777, per un costo di 958 lire. L’allestimento (più sobrio e piccolo di quello attuale) deluse però i committenti gandinesi che, saldato il pagamento, si rivolsero ad Antonio Caniana per un nuovo progetto. Nel 1788 G. Battista Caniana, scultore, realizzò il nuovo apparato per una spesa totale di ben 4510,10 lire. Parti dell’allestimento fantoniano (probabilmente le piramidi) furono inglobate nella nuova struttura dei Caniana, montata per la prima volta nel 1790.

La raggiera è composta da una serie di cerchi concentrici, arricchiti da statue d'angelo e teste di cherubini. Da essa si dipartono i raggi, 16 larghi e 16 più stretti, illuminati da luci colorate e altri raggi più corti in secondo piano. Simboleggia l'ordine e la gloria del Paradiso dove le anime dei defunti (le luci) hanno trovato posto in contemplazione della Santissima Trinità. Al centro, durante le funzioni liturgiche, viene esposto il Santissimo Sacramento, presenza reale di Cristo che promuove l'unione tra la chiesa terrena e la chiesa celeste. Più in basso, sulle piramidi, trovano posto 136 candele che simboleggiano le anime purganti che anelano a entrare in Paradiso. Le numerose candele in chiesa (collocate su una serie di lampadari ottocenteschi, installati per l’occasione) sono l'immagine dei fedeli che debbono mantenere ardente e luminosa la loro condotta di fede.

Numerosi sono i rimandi liturgici, a cominciare dai tre giorni di celebrazioni, che richiamano la scansione temporale del Triduo Pasquale, e alla coincidente proclamazione alla seconda di Quaresima del Vangelo della Trasfigurazione. Al centro della chiesa viene disposto il cero pasquale, memoria della resurrezione di Cristo che sconfisse la morte per l'intera umanità. Poco distante viene installato un catafalco con una grande coltre funebre settecentesca, di velluto nero, preziosamente ricamata in oro e seta policroma. Quattro immagini sono preziosamente ricamate sui lati: la resurrezione di Cristo, la resurrezione di Lazzaro, la resurrezione dei morti alla fine dei tempi e la morte di San Giuseppe (invocato per una buona morte).

In passato l’allestimento era completato dai “Macabri”, oggi esposti nel vicino Museo della Basilica. Furono commissionati tra il 1757 e il 1761 al pittore Giovanni Radici e raffigurano degli scheletri di re, papi, cardinali, ministri, artigiani e notabili abbigliati con gli attributi del "mestiere" svolto in vita. Tutto affinchè i fedeli ricordassero che tutti prima o poi dovranno affrontare la morte e il giudizio.

Particolare del catafalco allestito nella navata centrale

Per il Triduo gandinese sono stati composti numerosi brani sacri, tra i quali spicca il celebre Miserere del maestro gandinese Luigi Canali, cui è intitolata l’attuale Schola Cantorum diretta da Marco Guerinoni. In Basilica verrà esposto anche un prezioso manufatto in oro zecchino: si tratta del paliotto che orna l’altare maggiore. Donato nel 1613 dai Baroni Giovanelli, è con tutta probabilità (come conferma la studiosa Chiara Buss) opera della manifattura milanese di Giovanni Pietro Gallarati. In origine non aveva però una destinazione sacra: il pregiatissimo manufatto ottenuto con l’applicazione di canutiglie al tessuto di fondo fu infatti creato per ornare la carrozza imperiale in occasione della nozze della Granduchessa Margherita d’Asburgo con Filippo III di Spagna nel 1599 a Valencia. Le iniziali degli sposi (F ed M) sono ripetuti per tre volte al centro del paliotto, sotto la corona imperiale.

L'altare d'argento della Basilica, con il paliotto d'oro ricavato dalla carrozza nuziale di Margherita d'Asburgo e Filippo III di Spagna

Il programma delle celebrazioni, animate dal predicatore don Francesco Airoldi, Cancelliere della Curia di Bergamo, si apriranno sabato 4 marzo con le celebrazioni alle 8, 10.30 e 18. Domenica 5 marzo celebrazioni mattutine alle 8 e alle 10.30, mentre nel pomeriggio alle 15 sono previsti canto del Vespro e del Miserere, benedizione eucaristica. Messa alle 18.30.

Lunedì 6 marzo messa mattutina alle 7 nella chiesa di San Mauro presso il convento e alle 10.30 la solenne concelebrazione in Basilica con sacerdoti nativi, della Fraternità e che hanno svolto a Gandino il proprio ministero. Presiederà mons. Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano dal 2013. Nel pomeriggio, alle 18, la messa di chiusura, preceduta alle 15 dal rosario e dal canto del Requiem, con riflessione conclusiva del prevosto don Ferruccio Garghentini, al suo esordio dopo l’ingresso a Gandino nel settembre 2022. Sarà presente anche l’Arcivescovo gandinese mons. Paolo Rudelli, Nunzio apostolico della Santa Sede in Zimbabwe.

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