Accademia Carrara, Italia Nostra chiede a Gori un confronto pubblico sugli interventi
L’associazione chiede maggiore informazione
L’associazione Italia Nostra Onlus ha scritto ieri (domenica 22 maggio) al sindaco del Comune di Bergamo Giorgio Gori, nella quale si chiede maggior chiarezza e un confronto pubblico riguardo i cambiamenti e gli investimenti in atto all’Accademia Carrara. La lettera arriva dopo l’altra scritta il 21 dicembre dello scorso anno e quella a firma di alcuni cittadini, pubblicata poi sulla stampa locale, in cui si individuavano elementi di rischio nelle modifiche allo statuto della Fondazione, approvate recentemente dal Consiglio comunale.
«Egregio Sig. Sindaco, chi non ricorda la stupefacente festa per la riapertura della Pinacoteca dell’Accademia Carrara? Una grande festa di colori e fantasia per la restituzione alla Città, dopo anni di lavori, di un tesoro collettivo prezioso e amatissimo – esordisce nel documento la presidente dell’associazione, Paola Morganti -. Fu messo a norma l’intero immobile progettato da Simone Elia, fu dotato dei necessari impianti tecnologici, fu ripensato da una apposita commissione il percorso espositivo». I lavori terminarono nel 2014, mentre nel 2016 la gestione fu affidata ad una fondazione di partecipazione, quando fino a quel momento era di competenza dell’Amministrazione comunale. Nel 2021 e nel 2022, la dirigenza ha reso noto che si sarebbe inoltre rifatto l’allestimento diminuendo il numero di opere esposte, modificando lo statuto della fondazione, rivedendo i criteri delle mostre e dei prestiti all’estero e completando la sistemazione degli spazi esterni «per renderli attrattivi a un pubblico che non necessariamente coincide con chi visita la Pinacoteca»
precisa Morganti nella lettera. Tutti interventi che, a distanza di pochi anni, comportano ancora l’investimento di molto denaro. Da qui poi si arriva al punto:
«Viene spontaneo chiedersi: qual è il bilancio culturale ed economico che suggerisce tali cambiamenti e investimenti? Quali considerazioni supportano l’idea che tali cambiamenti saranno migliorativi per l’Istituzione? Come questi stessi si rapportano alla prospettiva del trasferimento a breve della GAMeC? Forse ci è sfuggito, ma non ci sembra di aver assistito ad un confronto pubblico e partecipato sulle nuove prospettive della Pinacoteca, che ricordiamo essere entrata a far parte dal patrimonio collettivo della Città nel 1958».
La richiesta ruota quindi attorno alla necessità di un incontro con le istituzioni, per rendere partecipe la cittadinanza delle operazioni in atto all’Accademia:
«Non si vuole qui entrare nel merito delle scelte, ma ribadire che è dovere di chi gestisce la cosa pubblica (e anche di chi è chiamato a fornire consulenze scientifiche) avviare momenti di confronto aperti a tutti i cittadini interessati alle tematiche della cultura in città e alla conservazione, alla tutela e alla conoscenza dei suoi patrimoni».