Bergamo Capitale della Cultura, Lega all'attacco: «Presenteremo un nostro progetto»
La segreteria cittadina e il dipartimento Cultura criticano il Comune, sottolineando l'assenza di coinvolgimento del territorio e un orizzonte limitato alla città
Assenza di coinvolgimento, un orizzonte limitato al solo perimetro cittadino, preparazione tardiva dei dossier, incertezza sul budget e, infine, incarichi affidati a professionisti “esterni” in modo non condiviso, contraddittorio e oneroso rispetto agli obiettivi della candidatura.
Neanche una settimana dopo la polemica sollevata dai parlamentari bergamaschi della Lega, in merito alla nomina della manager culturale mantovana Cristina Cazzola nello staff dell’assessore Nadia Ghisalberti, la segreteria cittadina del Carroccio e il dipartimento Cultura della «Lega Salvini Premier» di Bergamo annunciano che presenteranno nei prossimi giorni un progetto, già redatto, in vista di Bergamo-Brescia Capitali italiane della Cultura 2023.
L’iniziativa, avviata la scorsa primavera, è stata intrapresa per «compensare radicate carenze istituzionali d’interpretazione e di gestione – sottolinea la Lega in un comunicato - che sono già state all’origine della mancata occasione della precedente candidatura di Bergamo Capitale Europea della Cultura». Una candidatura definita «astratta, riduttiva ed esclusiva, Bergamocentrica, non condivisa e partecipata, coordinata anche allora con incarico esterno».
La segreteria bergamasca leghista per redigere questa sua proposta ha detto di essersi avvalsa della collaborazione di una trentina di professionisti bergamaschi che operano in ambito culturale locale, nazionale e internazionale. «Tanto la struttura è organica e le proposte inedite – spiega la referente Serena Fassi -, quanto la sua realizzazione è sinergica, complessiva e durevole, oltre l’occasione del 2023. Questo perché si fonda sulle potenzialità e sulle esigenze di ripresa di un intero territorio. Valorizza esperienze, qualità e peculiarità del tessuto sociale, culturale, economico, storico e naturale della Bergamasca».
Il dipartimento Cultura della Lega, ritenendo che invece della nomina di un manager esterno sarebbe stata preferibile «una squadra di coordinamento composta da figure di riferimento con una notevole conoscenza del territorio», condivide le stesse perplessità sollevate dai parlamentari bergamaschi la scorsa settimana. «Perché affidare a priori un programma d’iniziative scolastiche alla Compagnia dell’Argine di Bologna continuando a trascurare le decine di compagnie teatrali?». A finire sotto accusa è anche il dossier, definito un «generico schema di linee guida», con un «cronoprogramma che non pare prevedere ne un avvio fattivo a breve termine ne una prova generale» dell’evento.
Secondo la Lega le scelte di Palazzo Frizzoni parrebbero confermare «una strana interpretazione della cultura, per così dire esterofila, attenta più all’immagine del prestigio che alla sostanza. Una opzione chiusa alle varie e molteplici possibilità, quasi disinteressata alla tradizione e alla conoscenza vissuta del territorio, alla valorizzazione e coesione delle primarie risorse umane e a un’ottimizzata gestione dei fondi pubblici».