“Cambio Programma”, la grotta delle ossa preistoriche scoperta da Underland
Ritrovate le ossa di una donna vissuta centinaia di anni avanti Cristo, ribattezzata Masha
Risale a un anno e mezzo fa l’interessante scoperta archeologica effettuata dal gruppo speleologico Underland. Per l’esattezza il ritrovamento è stato effettuato da un gruppo composto da Nicolò Falgari, Max Pozzo, Vicky Franchini e Stefano Maccabiani (Gruppo Grotte Brescia) la domenica 19 dicembre 2021 durante le ricerche nell’ambito del progetto “Ariadeghe”.
Falgari, durante la ricerca, individua un pertugio grosso poco meno di un pugno da dove fuoriesce dell’aria decisa, segno della presenza di un grande vuoto posto al di sotto. A quel punto la squadra decide di cambiare programma e dedicarsi alla nuova scoperta.
La nuova grotta
“Cambio Programma” (così si chiamerà la grotta), una volta ampliato il pertugio, offre agli speleologi una grande verticale di 12metri, per poi catapultarli in un’ampia sala dove il tempo sembra si sia fermato. «Subito però notiamo un gran quantitativo di ossa sparse qua e là: vertebre, costole, ossa lunghe, tutte di grandi dimensioni – racconta Falgari -. La situazione diventa più intrigante perciò gli sguardi si concentrano sotto quasi ogni sasso, si riescono a scorgere ossa di ogni dimensione».
Nicolò si infila in uno stretto cunicolo alla base dello sprofondamento e resta attonito per la visione di due mandibole con incastonato un grande canino ciascuna, inequivocabilmente appartenenti all’Ursus Spelaeus, estintosi circa 30mila anni fa. Nessuno tocca nulla, si effettua solo la dovuta documentazione video. Data la grande presenza di fauna, probabilmente anche preistorica, si decide di rilevare, calpestare il meno possibile e di rientrare. Le sorprese però non sono finite.
Un essere umano?
Nicolò, in compagnia di Mac, per sincerarsi della natura dei frammenti di cranio alla base di un masso, unisce due pezzi… dalla forma e dalle arcate sopraccigliari che si delineano, sembrano proprio appartenere ad un essere umano. Accorsi gli altri, passano attimi di silenzio intrisi di stupore. A uno sguardo più attento, poco più in basso, ecco anche i denti e due dita della mano appoggiate su una pietra. Nasce spontaneo l’imperativo: «Che nessuno sposti più un sasso, si finisca il rilievo e si voli fuori».
Interviene la Soprintendenza
Una volta fuoriusciti dalla cavità si è proceduto ad avvisare la soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia. Nella tarda primavera viene costituita una squadra per l’indagine archeologica e il recupero dello scheletro diretto dalla Soprintendenza a nome di Cristina Longhi e Serena Solano, composta dall’archeologo Marco Tremari, dall’antropologo Omar Larentis e dagli Speleologi. Gli esperti procedono con il recupero del restante scheletro e delle ossa dell’orso.
Ecco Masha
Lo scheletro viene trasportato al laboratorio del Centro di Ricerca in Osteoarcheologia e Paleopatologia del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria a Varese per le indagini e le analisi, condotte sotto la direzione di Omar Larentis, comprese quelle al radio carbonio per stabilirne l’epoca. Intanto l’osservazione antropologica conferma il sesso e l’età al momento del decesso: trattasi di una donna di età compresa tra i 35 e 50 anni. Agli scopritori quindi il compito di ribattezzare la donna Masha.
Si deve attendere il mese di novembre per aver notizie complete e una datazione affidabile. Grazie al bel lavoro di indagine dell’antropologo si può affermare che Masha è deceduta tra l’814 e il 504 a.C., collocandosi nella prima parte dell’età del Ferro italiana.
Per ulteriori approfondimenti: underlandweb.wordpress.com.