Ecco a voi Bergamo-Brescia 2023, come se si parlasse di una sola formidabile città
Unite sono la quarta metropoli italiana e una superpotenza imprenditoriale. Alleanze in diversi campi e centinaia di iniziative
Wainer Preda
Chi pensava che l’operazione Capitale della cultura 2023 fosse solo un palinsesto di eventi si sbagliava di grosso. In realtà dietro il progetto lanciato dall'amministrazione Gori in collaborazione con Brescia c’è molto, molto di più.
Il dossier presentato da Palafrizzoni mercoledì 2 febbraio è emblematico. L’hanno chiamato “Città Illuminata”. Il riferimento, ovviamente, non è ad Alessandro Volta. Ma ai lumi della ragione. Quella che suggerisce alle due città di abbandonare il campanilismo da vulgata comune, per abbracciare una nuova fase. Di progettazione congiunta. Per due capoluoghi di ampie vedute. Aperti. Tolleranti. Capaci di considerare le differenze come una ricchezza. E non si tratta solo di enunciazioni di principio. Ma di iniziative concrete, tangibili. Elencate, una a una, nel corposo dossier di 140 pagine. Dove il sindaco di Bergamo e quello di Brescia parlano di un cambio di paradigma. Non più due città separate. Ma due città e due territori che, pur nelle rispettive identità, collaborano su quanto hanno da offrire a cittadini e turisti. A dire il vero parecchio.
Oltre a una quantità di beni culturali e architettonici spropositata, Bergamo e Brescia insieme fanno oltre 315 mila abitanti. Se le loro province fossero considerate come un’unica area urbana, sarebbero al quarto posto in Italia dopo Milano, Napoli e Roma. E se guardassimo invece all'economia avremmo di fronte una superpotenza manifatturiera e imprenditoriale. Con quasi duecentomila imprese e un export da trenta miliardi di euro. E allora vale la pena di convergere, secondo questa prospettiva. Lungo quattro direttive principali. Quella solidale e mutualistica, con la condivisione delle risorse; quella naturale, per armonizzare ambienti e sistemi di trasporto; quella dei tesori nascosti nel nostro patrimonio storico e culturale; e quella dell’invenzione, di città che creano il loro futuro attraverso la qualità del lavoro, l’imprenditoria, l’innovazione, la cultura scientifica, artistica e umanistica.
Un memoriale della pandemia
In concreto, Bergamo e Brescia per esempio hanno in progetto un Memoriale della pandemia. Un luogo simbolo, per noi il Bosco della Memoria, che sarà arricchito e ampliato. E poi l’apertura di un nuovo spazio nel Palazzetto dello Sport dedicato alla Gamec. E ancora, il restauro archeologico industriale di Daste, zona Celadina. La rigenerazione urbana, l’agricoltura idroponica, il coworking e lo sport nell’area da 62mila metri quadrati dell’ex Gres. Il recupero di Casa Suardi. Ma non solo. Per valorizzare il nostro patrimonio storico e culturale sono stati pensati cinque percorsi ad hoc, compreso quello del Cardo Massimo Romano. E altri due dai nomi suggestivi. Il primo è il cosiddetto “Miglio della bellezza”. Va da Piazza Carrara, sale verso le Mura, supera Porta Sant’Agostino e poi l’Università, Palazzo Moroni, Spazio Volta e su su fino a Piazza Vecchia, Campanone, Biblioteca Mai, ex convento del Carmine, Cittadella e musei. Il secondo invece è il “Passaggio della Cannoniera”. Ovvero la realizzazione di un percorso pedonale di collegamento fra via Tre Armi e la Porta della Sortita. Una prima connessione fra l’esterno e l’interno delle Mura.
Le mostre e la festa della luce
Non possono mancare le grandi mostre museali. Tanto per citarne alcune, quella del Melodramma, nell’autunno inverno del 2023, all’Accademia Carrara, che si concentrerà sul rapporto fra Hayez e Giuseppe Verdi. E poi quella di Cecco del Caravaggio, il miglior allievo del Merisi, nata dalla collaborazione fra Fondazione Accademia Carrara e il Chicago Art Institute. E poi spazio all’arte contemporanea (...).