valorizzazione del territorio

Ecco "P-Art", il progetto per tutelare le costruzioni in pietra a secco delle nostre valli

Ente capofila è il Gal Valle Brembana. Tra gli obiettivi la formazione di nuovi artigiani che possano mantenere il patrimonio delle nostre valli

Ecco "P-Art", il progetto per tutelare le costruzioni in pietra a secco delle nostre valli
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Diffondere una rinnovata consapevolezza riguardo i manufatti della tradizione rurale, patrimonio dell’identità bergamasca, ma anche formare nuovi artigiani della pietra a secco. È questo l’obiettivo principale di “P-Art - Una pietra sopra l’altra”, progetto che vede come capofila il Gal Valle Brembana che aspira ad attribuire una rinnovata importanza alla tecnica della costruzione in pietra a secco, in collaborazione con il Gal Valtellina Valle dei Sapori e il Gal Quattro Parchi Lecco Brianza.

Il patrimonio materiale e immateriale riconosciuto dall’Unesco nel 2018, costituito da elementi architettonici realizzati in pietra a secco come muri, tetti in piöde, baitelli e percorsi lastricati, è un importante veicolo di storia e di tradizioni che porta con sé, insieme ai segni del tempo, anche un massiccio carico simbolico.

Per questo, il progetto P-Art prevede l’istituzione di una vasta rosa di strumenti utili alla conservazione di questo patrimonio e la progettazione di percorsi di formazione sull’arte di questa modalità di costruzione per creare professionisti capaci di rispondere alle richieste di conservazione dei manufatti. «P-Art punta a formare nuovi artigiani della pietra a secco, recuperando una maestranza che rischia di andare persa con il passare del tempo – spiega Lucia Morali, presidente del Gal Valle Brembana – in modo da tramandarla alle generazioni future e recuperare, tutelare e rifunzionalizzare manufatti importantissimi per la tradizione locale».

Il percorso formativo è possibile grazie al supporto di Itla Italia Aps, ente incaricato della realizzazione di manuali sulle tecniche costruttive locali. Il supporto di Itla consentirà una precisa mappatura del territorio, oltre a una sua analisi sistemica. Non mancheranno collegamenti con il panorama europeo, grazie a progetti internazionali e all’adozione delle linee guida per il mantenimento dei beni definite dal quadro europeo.

«Queste costruzioni sono parte integrante della nostra storia – aggiunge il vicepresidente Luca Personeni -, oltre che poli di connessione con il territorio locale, nazionale e addirittura europeo. La presenza di manufatti a secco si manifesta in particolar modo nelle nostre valli. Il nostro territorio ha la reale possibilità di divenire il centro nevralgico della cultura della pietra».

Il progetto P-Art ora è nella fase iniziale di studio, ma in primavera entrerà nel vivo con la presentazione dei corsi di formazione e la definizione delle linee guida per la conservazione programmata dei manufatti. Nel progetto P-Art sono coinvolti anche i seguenti enti territoriali: Comunità montana Valle Brembana, Comunità Montana Valle Imagna, Cooperativa Giovani Orme, Centro Studi Valle Imagna, Parco Regionale del Monte Barro, Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, Fondazione ProVinea “Vita alla Vite di Valtellina” Onlus.

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