Foto e video della "nuova" Carrara, pronta a riaprire al pubblico con Cecco del Caravaggio
Il percorso inizia al secondo piano con la permanente, per poi passare al primo con la mostra temporanea e lungo le scale dei Fallen Fruit
di Marta Belotti
È rimasta chiusa cinque mesi - di brulicanti lavori - e ora è pronta a mostrarsi al pubblico nella sua nuova veste dopo il progetto di riorganizzazione del patrimonio, valorizzazione delle nuove acquisizioni e del deposito, con l’allestimento della mostra Cecco del Caravaggio. L’allievo modello.
L’Accademia Carrara aprirà al pubblico a breve, nella mattinata di sabato 28 gennaio, ma la sua presentazione ufficiale agli occhi della di giornalisti, influencer e uffici stampa di oggi (26 gennaio) ci permette di raccontarne le novità (e sono tante nonostante l’intervento non sia ancora concluso) e stuzzicare la curiosità anche dei più scettici.
Le novità
«Questo è il risultato del lavoro di anni. Siamo partiti dalla considerazione che fosse bene tenere vicine le mostre temporanee e la collezione permanente, che prima, divisa tra Accademia e Gamec, non avevano la sinergia diretta che volevamo e che ora siamo convinti riusciremo a ottenere», ha spiegato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ma anche, e in questo caso soprattutto, presidente della Fondazione Accademia Carrara.
E infatti uno degli aspetti subito apprezzabili è la nuova organizzazione degli spazi. Complici una riduzione del numero di sale da 28 a 15 e alcuni accorgimenti tecnici, come il fatto che i quadri non sono più appesi ai muri ma fissati su aste in metallo calate dal soffitto, i cambiamenti che più impattano sono la scelta dei colori, che aiutano a far risaltare la cromia dei quadri, e la divisione spaziale, ma anche concettuale, che vede le mostre temporanee al primo piano ben divise dalla collezione permanente al secondo, scelto come punto di partenza per un visitatore nel percorso tradizionale.
Giorgio Gori, presidente Fondazione Carrara
Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura
Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell'Accademia
Il secondo piano
Si inizia dunque dal secondo piano, diviso per aree geografiche (pittori toscani, padani, veneziani e poi ancora toscani), ciascuna stanza con un colore diverso che aiuta a stimolare l'occhio e valorizzare le opere. «In questo modo la collezione permanente è tornata nella sua sede storica», ha spiegato la direttrice dell’Accademia Maria Cristina Rodeschini.
Ha continuato: «La collezione permanente disegna un tracciato chiaro, all’insegna della massima bellezza e del pieno coinvolgimento. Il comitato tecnico scientifico che si è curato del riallestimento vanta importanti nomi di studiosi internazionali, però noi abbiamo scelto come nostra guida il pubblico, le sue esigenze e bisogni e abbiamo cercato di restare aderenti al mondo reale».
Il primo piano
Scendendo al primo piano, ora si trova lo spazio espositivo dedicato alle mostre temporanee. Dal 28 gennaio al 4 giugno, per lanciare questa novità è stata scelta una mostra dedicata a Cecco del Caravaggio, artista poco conosciuto, allievo del Merisi, forse suo amante e, probabilmente, dalle radici bergamasche, come ha spiegato Gianni Papi, curatore della mostra. L’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti ha spiegato: «Questa mostra su un pittore poco noto al pubblico vasto è il modello che la Carrara intende seguire, ovvero riuscire a raccontare con successo e interesse non solo artisti già conosciutissimi come Raffaello, ma anche meno. La mostra su Cecco saprà incidere grazie alle opere dell’allievo più geniale e misterioso del Merisi, che fu anche in alcuni dipinti il modello per il maestro».
Sono più di 40 i quadri esposti in questa parte, un percorso piacevole, che alterna dipinti di mano del Cecco, alcuni ancora misteriosi e ricchi di una simbologia da sciogliere, come il Fabbricante di strumenti musicali, a dipinti dove il pittore è ritratto proprio dal maestro Caravaggio.
Cosa manca
La Carrara ha riaperto e chi sfrutterà l'offerta del fine settimana (sabato 28 e domenica 29 gennaio) con i biglietti a cinque euro o chi invece lo farà con più calma, ma comunque prima della primavera avanzata, avrà modo di sperimentare un percorso più agevole, girovagando per sale capaci di attirare l’attenzione senza appesantire, per concludere l'esperienza con una mostra curiosa, ancora ricca di misteri.
Tuttavia, mancano ancora alcuni degli interventi strutturali più sostanziali, come il camminamento esterno, che permetterà di passare direttamente dal secondo piano al primo. Più di tutto, manca il tanto atteso grande giardino di tremila metri quadrati, mai aperto prima ai visitatori, punto di dialogo e di interlocuzione diretta con il territorio trovandosi proprio alla base delle Mura. La sua apertura è prevista per l'estate. In questo spazio aprirà anche una caffetteria-bistrot, che sarà accessibile anche a chi non vuole visitare l'Accademia.
I Fallen Fruit
Sorpresa a inizio mostra, anzi ancora prima, lungo le scale che portano ai piani: l’installazione Conversazioni Sacre dei Fallen Fruit, duo californiano, che ha portato una carica di energia e freschezza. Lungo le scale, con sfondi sempre più chiari, che dal nero, passano al verde e al violetto, svettano quasi come ritagli di giornale fiori, frutti, ma soprattutto opere e simboli di Bergamo in un’installazione che coniuga la bellezza della città con il patrimonio della Carrara e l'arte a tutto tondo.