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Gli affreschi di Romanino tornano a Villongo: erano stati "strappati" oltre cinquant'anni fa

Hanno fatto ritorno nella Cappella di San Rocco dopo un complesso lavoro di restauro. Sabato 15 inaugurazione e visita guidata

Gli affreschi di Romanino tornano a Villongo: erano stati "strappati" oltre cinquant'anni fa
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Dopo cinquantasei anni trascorsi nell'ombra, gli affreschi "strappati" di Romanino fanno ritorno all'originaria collocazione nella Cappella di San Rocco a Villongo, tornando nuovamente fruibili e diventando anche nuova tappa del percorso culturale lungo "La Via del Romanino".

La sfida di un ritorno che rappresenta un caso rarissimo, lanciata dalla Soprintendenza di Bergamo e Brescia e immediatamente accolta dalla Parrocchia di Villongo, condivisa e sostenuta dall'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo, da Fondazione Adriano Bernareggi e da Fondazione della Comunità Bergamasca.

Sabato 15 aprile, alle ore 16, nel Palazzo Passi di Villongo il progetto verrà presentato dal parroco don Alessandro Beghini e dal restauratore Antonio Zaccaria, mentre l'inaugurazione è prevista per le 17 con visita guidata alla Cappella di San Rocco, nell'ambito della Settimana della Cultura promossa dalla Diocesi di Bergamo. Visite guidate sono in programma anche il 16, il 22 e il 23 aprile con l'elevazione musicale del Coro Polifonico Vox Lucis nella vicina parrocchiale di San Filastro, in calendario il 22 aprile.

Villongo prima RID
Foto 1 di 2
Villongo dopo RID
Foto 2 di 2

Gli affreschi "strappati" e scomparsi

Nel 1967, a causa dell'avanzare del degrado, l'allora restauratore Giuseppe Arrigoni eseguì lo strappo del ciclo affrescato, rimuovendo dalle pareti della cappella tre grandi scene: la "Madonna con Bambino, San Rocco e San Sebastiano", "San Filastro, Elemosina di San Rocco" e "San Gerolamo", collocandole temporaneamente nel Battistero. Nel 1998 le opere furono ricomposte in una sala della vicina Casa Bondurri, di proprietà ecclesiastica, in cui fu riprodotta l'architettura della Cappella di San Rocco.

Complice la collocazione in un edificio chiuso al pubblico, gli affreschi - nel tempo - "scomparvero" di fatto dal radar della fruizione, tanto da non essere nemmeno inclusi nell'itinerario "La Via del Romanino" che fa tappa tra le opere dell'artista dal Lago d'Iseo alla Valle Camonica. Nel frattempo, l'originaria Cappella di San Rocco diventa inevitabilmente un contenitore vuoto, privo di funzione liturgica, devozionale o urbanistica.

Recentemente, tuttavia, la casa che ospitava gli strappi è stata acquistata da privati. E la necessità di trasferire le opere del Romanino è diventata impellente. Così la Soprintendenza di Bergamo e Brescia, tramite lo storico dell'arte Vincenzo Gheroldi, ha proposto di ricollocarle nella loro posizione originaria, restituendo loro l'intrinseca funzione. L'intervento, che presentava non poche complessità, è stato affidato al restauratore Antonio Zaccaria.

«Dopo lo strappo, Arrigoni aveva riportato i dipinti su tela e li aveva applicati su nuovi supporti lignei e pannelli in truciolato - ha spiegato -. In questa occasione, aveva anche semplificato la forma degli affreschi per adattarli ai nuovi telai rettangolari, colmando con una tinta "neutra" i vuoti. Il progetto appena concluso, oltre ad aver contemplato una manutenzione delle superfici dipinte e la messa in sicurezza nell'edicola degli intonaci superstiti, si è dovuto misurare soprattutto con l'obiettivo della complessa ricollocazione delle opere negli spazi originali, con lo smontaggio dai supporti lignei applicati nel 1967 e la progettazione e costruzione ad hoc di nuovi supporti».

Una nuova vita per gli affreschi di Romanino

Oggi gli affreschi di Romanino sono tornati ad abitare la loro Cappella di San Rocco ed è quasi come se non fossero mai stati rimossi. Da gennaio Villongo è stata anche inserita nell'itinerario de "La Via del Romanino". «Alla responsabilità di fondo di salvaguardare e rendere fruibile a tutti un patrimonio di arte e fede che ci è stato consegnato dal passato - ha sottolineato il parroco di Villongo don Alessandro Beghini -, si unisce in questa operazione di recupero anche una riflessione su che cosa significhi rivitalizzare la spiritualità nel presente».

E che la Cappella del Romanino di Villongo fosse uno dei luoghi considerati più identitari per il territorio, è testimoniato anche dal successo della candidatura 2022 alla campagna “I Luoghi del Cuore del FAI”, che l’hanno vista classificarsi al 13esimo posto in Lombardia e al 90esimo su scala nazionale con 3591 voti. Il traguardo consentirà di partecipare al bando per completare gli interventi di restauro intrapresi.

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